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Anna Goes to Cannes, a Real Movie

Le compte à rebours du Festival de Cannes a commencé... The opening of the Festival de Cannes is scheduled on May 16th. Rekh Magazine is ready to tell its readers what happens in the theatres, on the red carpet and behind the scenes of the biggest cinema event in the world. Our insider is Anna Savini, novelist and reporter, who has a special mission: to write about Cannes like no one has ever done before. Her articles will become an eBook titled ... Promenade.

Anna Savini, scrittrice e giornalista, reporter per Rekh Magazine, a due passi dalla Croisette

Ms Anna Savini, novelist and reporter authors a daily column from Cannes Festival


di Anna Savini


Cannes è una città con un potere taumaturgico. Appena arrivi ti senti bene e diventi più bella di colpo. Perché c’è il mare ok, c’è la promenade, ci sono tutti quei negozi di lusso che ti tengono compagnia mentre passeggi. Ci sono i grandi hotel, i bar e i ristoranti sulla spiaggia, le Ferrari e le Lamborghini parcheggiate in strada. Ci sono le edicole con i giornali appesi, le panchine. Ci sono le aiuole e gli addetti alle pulizie che tengono le staccionate immacolate come se fossero nuove, ci sono gli ombrelloni e le spiagge libere, i caffè cari e kebabbari, La Galerie la Fayette e i negozietti, il porto e il Casinò, le giostre e le bancarelle. C’è qualunque cosa ti possa servire a non annoiarti. C’è anche un sacco di gente da guardare, elegante, stravagante, sportiva, anziana, giovane, con la guardia del corpo o senza, come vuoi. Tutto questo ti distrae dai pensieri con cui eri partita e ti inserisce in una situazione di perfetta imperturbabilità.

In totale otto ore per andare o tornare da Cannes, un’intera giornata di lavoro per 351 chilometri, un’aberrazione, arrivi prima a Parigi, arrivi prima a New York.

Ma soprattutto c’è qualcosa nell’aria. Non è solo la ricchezza di chi si può permettere un appartamento che guarda sul Palais du Cinemà, è proprio il Cinemà, la storia del cinema che è nelle fondamenta di questa città. La città di Cary Grant, Grace Kelly e Alfred Hitchcock che in “Caccia al ladro” fa innamorare gli spettatori della Costa Azzurra fin dalle prime scene, la città dove da 76 anni si svolge il Festival, quest’anno con Michael Douglas e Johnny Deep star di punta che saliranno la scalinata e faranno accalcare i fan per salutarli. Cannes è una città dove si vive sempre in vacanza, durante il Festival brulica di addetti ai lavori, che corrono da una proiezione all’altra, da una conferenza stampa a un red carpet, il tutto non con così tanta facilità, perché le code, solitamente sotto il sole, sono la prerogativa del Festival. Se non ti piace far la fila, lascia perdere, forget about it come dicono gli americani. I film vanno prenotati on line. E' come vincere alla lotteria, collegati alle 7 del mattino, alle 7 e 10 secondi è già tutto esaurito. Il giorno dopo uguale, poi magari magicamente si sblocca qualcosa quando arriva il giorno della proiezione, di solito qualcosa che non vuole vedere nessuno. Comuque quasi tutti i film in concorso sono tristi e impegnati, sempre in lingua originale, spesso con doppio sottotitolo inglese francese, però ogni tanto capitano perle di umorismo come “Cut!” un film dello scorso anno sugli zombie in cui si vedono gli effetti speciali dal dietro le quinte (sangue lanciato a secchiate) oppure avvincenti come Rodeo, all'anteprima del quale gli spettatori si sono trovati da parte tutti i giovani protagonisti senza riconoscerli. A Cannes non si chiede la carità, a Cannes si chiedono biglietti dei film stando in piedi con il titolo su un cartello, e non solo per Top Gun Maverick e Elvis e gli altri colossal, ma anche per quelli di nicchia che non arriveranno mai nei cinema normali. Produzioni arabe, coreane, giapponesi, islandesi, chicche per amatori, in concorso per la Palma d'oro ci sono film da tutto il mondo a partire da quelli italiani spesso tra i favoriti. Ma Hollywood ha sempre il suo spazio e Hollywood attira sempre le folle. Stare in una sala mentre Tom Cruise racconta di quando da piccolo saltava giù dal balcone usando il lenzuolo come paracadute, si faceva male e l’unico pensiero era che sua mamma lo sgridasse per aver sporcato il lenzuolo è esattamente una dei motivi per cui appena a arrivi a Cannes stai bene.

Prima, però, devi arrivarci, e questa è la parte difficile. Puoi scegliere l’auto e lanciarti nelle code della Liguria che hanno disturbato anche Flavio Briatore, uno che non dovrebbe avere problemi di mezzi e che invece si è ritrovato imbottigliato nel traffico per l'ennesima volta e ha detto: “Possibile che ogni volta ci siano tutti questi cantieri? Sempre la stessa storia, tutti fermi e nessuno dice niente. Siamo diventati un paese che si abitua a tutto e si rassegna anche alle code? Evidentemente sì”. Se non ti rassegni all'ingorgo e anche per proteggere il pianeta decidi di prendere il treno, fatti il segno della croce prima, perché i treni sembrano fatti apposta per farti scappare la voglia di prenderli. L’unica certezza è che da Ventimiglia a Cannes ci vogliono 14 euro e 50 e un’ora e 34 minuti. Ma da Milano Centrale a Ventimiglia, per 35-50 euro dipende ci sono soluzioni da 3 ore 44 (giusto se parti alle 7 e 10 del mattino) che altrimenti lievitano fino a 6 ore, dicasi sei ore, che in alcuni giorni sono l’unica soluzione. Sei ore più un’ora e mezzo più il tempo della coincidenza. In totale otto ore per andare o tornare da Cannes, un’intera giornata di lavoro per 351 chilometri, un’aberrazione, arrivi prima a Parigi, arrivi prima a New York.

Pare ci siano uomini disposti a dare passaggi in elicottero ma sembra si debba pagare in altro modo e non a tutte le ragazze piace il lavoro da Sugar baby

Il bello, anzi il brutto, è che dieci anni fa era stato introdotto un diretto per Nizza che fermava solo a Ventimiglia e Monaco, impiegava molte meno ore e costava pure meno. Andava talmente bene che chi doveva andare a Ventimiglia prendeva quello ovviamente. Quindi cosa è successo? Hanno tolto il diretto per Nizza perché faceva concorrenza alla circolazione da Medioevo e hanno lasciato quella. “Colpa vostra, non dovevate prenderlo tutti”, ha spiegato un'addetta gli sportelli della stazione. Colpa nostra che prendevamo un servizio che funzionava bene e costava poco piuttosto che rassegnarci a 8 ore di treno a 33 euro e 50 che diventano 37 e 50 quando metti il viaggio nel carrello e paghi. L'aereo per Nizza neanche a guardarlo, non c'è tutti i giorni e a parte il costo impiega quattro ore e mezzo. Manco il Flixbus, che di solito risolve qualunque problema, ti salva. In questo caso costa 50 euro e impiega lo stesso interminabile numero di ore per non arrivare neanche in centro. Pare ci siano uomini disposti a dare passaggi in elicottero ma sembra si debba pagare in altro modo e non a tutte le ragazze piace il lavoro da Sugar baby. Quindi, escluse le scorciatoie, prima di godere del potere taumaturgico di Cannes, prima di sentirti una diva con l’autista anche se sei arrivata con uno stupido treno che ha impiegato 8 ore, prima di far colazione tra Chanel e Balenciaga e i signori delle pulizie che mantengono pulito bisogna affrontare il viaggio della speranza in treno. Dopo se ne riparla. Arrivederci da Cannes. Forse.


(I Capitolo)


© Rekh Magazine

Narratrice, intellettuale. Di professione reporter


Anna Savini, giornalista, ha un occhio particolare per le storie, la cronaca e l'attualità. Titolare di una rubrica di Bon ton insieme a Vera Fisogni, lavora al quotidiano La Provincia. Ha pubblicato per Mondadori, "Buone ragioni per restare in vita", opera celebrata per aver raccontato in maniera ironica le cure per una malattia che resta solo sullo sfondo, mentre l'amore e la moda sono i veri protagonisti. Ha lavorato al Giornale, vanta collaborazioni con Il Corriere della sera, Grazia, Vanity Fair, Rai 2, Radio 24, Italia Uno, Gioia, Di Più, Tess, Mag. Grande appassionata di cinema, moda e rapper che permeano il suo secondo libro "Sclera Ebbasta" ha pronta una saga che pubblicherà quando sarà il momento. Nel frattempo racconta quel che pensa della vita sul suo profilo Instragram annasaviniebbasta.



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