Spiritual evil is under estimated and very often equated to psychic discomfort. Although the two level frequently interact, spiritual evil affects the soul according to a supernatural action. Psychiatrist Valter Cascioli made this topic popular, in recent years, among Italian people by holding the radio broadcast "Esorcistica e Psichiatria" (Exorcistic and Psychiatry).
Un'immagine simbolica del dolore psichico (Wix pic).
Di Primavera Fisogni
Psichiatra con esperienza quarantennale, ma anche profondo conoscitore dell'antropologia filosofica e conduttore, da cinque anni, di una trasmissione molto seguita sul network cattolico Radio Maria (Esorcistica e Psichiatria), in onda ogni terzo martedì del mese), il dottor Valter Cascioli, romano, sa che cos'è la sofferenza. Quella psichica, certamente, non meno di quella morale, spesso intrecciata in modo inestricabile alla prima. Che significa "male morale"? E perché se ne parla come "male dell'anima"? Con sensibilità, dottrina, esperienza, il dottor Cascioli ha accettato di parlare di questo capitolo tanto doloroso, quanto oscuro, a Rekh Magazine. Con lui ci avviciniamo con rispetto a tanta sofferenza, sempre più pervasiva, nel contesto di una società secolarizzata, incapace di dare un senso al bene come al male. Consulente di esorcisti, tra i quali padre Gabriele Amorth (1925-2016) - il sacerdote esorcista e scrittore divenuto molto popolare per la forza serena della sua fede di fronte alle vessazioni del male preternaturale - il dottor Cascioli porta una testimonianza, anche di fede, di grande rilievo spirituale.
Dottor Cascioli, da psichiatra le capita spesso di incontrare pazienti che vivono il male dell'anima?
Certamente nella mia quarantennale attività di medico specialista, nonché nella lunga carriera di psicoterapeuta – ma, ancor prima, in veste di cittadino del mondo- mi sono tante volte imbattuto in quella condizione penosa che chiamiamo male di vivere, indicata, talvolta, come crisi esistenziale. Tali categorie vanno nettamente distinte da quelle caratterizzate dai disturbi psichici propriamente detti, come la depressione, dai disordini di vita e dalle manifestazioni dell’attività demoniaca straordinaria (fenomeni preternaturali).
Ma cos’è il male di vivere? Alcuni scrittori e personaggi del mondo dell’arte e della cultura lo avevano già descritto più di un secolo fa. Lo scrittore e “poeta maledetto”, Charles Baudelaire, autore decadentista, nella sua principale opera, Les fleurs du mal (1857), ne parla. Condannato, all’epoca, per immoralità e per oltraggio alla religione –oggi, senz’altro gli avrebbero dato un premio… come cambiano i tempi!- venne multato e dovette pagare un'ammenda di 300 franchi.
Seduta psicologica (Wix pic)
La poetica dello Spleen, della quale, peraltro, già si parlava durante il Romanticismo, ne è un po’ la cifra caratteristica. Questa parola deriva dal greco “splén”, che significa “milza” ma anche “bile”: infatti nell’antichità si pensava che la malinconia, alla quale ci rimanda la parola, fosse dovuta ad uno squilibrio tra i quattro umori fondamentali, secondo la concezione ippocratica dell’epoca. In Baudelaire lo Spleen diventa disgusto per la vita e condizione penosa senza appello, che porta l’uomo a ripiegarsi su se stesso.
Anche in una celeberrima poesia di Eugenio Montale, pubblicata nella raccolta “Ossi di seppia” nel 1925, si parla di male di vivere (”Spesso il male di vivere ho incontrato…”), esprimendo in versi la sofferenza degli uomini, il senso di fatica e il dolore del vivere. Nella poetica di Montale assistiamo ad una sorta di smarrimento e di sbigottimento, che sembra distaccarlo dal mondo reale, quasi una forma più o meno inconscia di autodifesa.
Lo Spleen, del quale abbiamo fin qui parlato, non va, peraltro, confuso con la depressione, che è la più frequente tra le malattie mentali.
Va precisato, a tale riguardo, che esiste un altro termine, simile al primo, scritto con la “e”, melanconia. Ora, anche se i due termini, malinconia e melanconia, vengono usati spesso indistintamente, stiamo parlando di due condizioni assai diverse tra loro.
La malinconia è, in definitiva, uno stato d’animo che tutti abbiamo sperimentato, almeno una volta, nella vita, caratterizzato semplicemente da tristezza e, in alcuni casi da triste rassegnazione.
Ben altra cosa, invece, è la melanconia, una condizione psicopatologica –dunque di interesse psichiatrico- caratterizzata da tristezza vitale, indifferenza affettiva, rallentamento psichico (bradipsichismo) e motorio, perdita di piacere e di interesse per tutto e per tutti. Quella che noi specialisti chiamiamo anedonìa: l’incapacità di provare appagamento, o semplice interesse, per attività comunemente ritenute piacevoli (come, ad esempio, il cibo o il sesso). Si parla, allora, di depressione (dal lat. depressio, der. di depressus, p. pass. di deprimère, che significa, per l’appunto, deprimere, affondare), una vera e propria malattia psichica, tra le più frequenti ed antiche che si conoscano.
Purtroppo il disagio psichico nel mondo, è in costante aumento. Si calcola che, solo nel nostro Paese, le persone che soffrono di ansia e depressione siano aumentate, negli ultimi anni, di oltre un milione a dispetto della spesa sanitaria, che destina solo il 5% alla salute mentale, relegando l’Italia, secondo un indagine dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), al 20mo posto su 34 Paesi censiti (il Regno Unito il 13%, la Francia il 10%, l’Estonia il 9%).
Vediamo, adesso, cosa comunemente s’intende per per crisi esistenziale. Si tratta di una condizione angosciosa di profondo disagio, che può manifestarsi a qualunque età e in qualsiasi momento della vita, soprattutto in relazione a degli eventi scatenanti: scelte importanti, stressful life events, situazioni di sofferenza o di malattia, esperienze di perdita (allontanamenti, separazioni, lutti, ecc.) traumi, cambiamenti improvvisi delle abitudini di vita, situazioni di deprivazione affettiva, ecc. Momenti di verità ineludibili nell’esistenza di ogni uomo, che rappresentano importanti momenti di prova, capaci di mettere in discussione le nostre risorse psicologiche ed esistenziali. Ne è stata un chiaro esempio la pandemia, che ha avuto gravi ripercussioni a livello sanitario, sociale ed economico, ma soprattutto spirituale.
In tal senso la cosiddetta pandemia spirituale ha portato ad un vero e proprio lockdown della paura, figlio della tiepidezza spirituale. È questa la peggiore pandemia che il mondo sta attraversando, senza neanche rendersene conto, ben più grave e contagiosa delle varianti del Covid-19. Di questa malattia sui generis sono espressione l’agitazione e la confusione, cifra caratteristica della situazione attuale in Italia e nel mondo, come ci ha ricordato anche la Gospa nei suoi accorati appelli. La grande agitazione e la confusione finiscono inevitabilmente per condizionare cose e persone, comportamenti e decisioni estemporanee.
La crisi esistenziale in questo caso è caratterizzata, per lo più, da una grande instabilità, da confusione (disorientamento), da una sensazione angosciosa, associata a volte ad un senso di perdita di identità personale, fino a quella mancanza di senso e di significato, vissuti di paura, sfiducia, scoraggiamento, senso di inadeguatezza o di impotenza (helplessness). Questa condizione, se non curata, può portare a dei veri e propri quadri psichiatrici, come, ad esempio, i disturbi d’ansia.
Per ansia intendiamo, propriamente, quella sensazione penosa di preoccupazione e di timore come di fronte ad un’occulta minaccia alla propria integrità psicofisica. Ma abbiamo anche il disturbo d’ansia generalizzato, nel quale assistiamo a delle somatizzazioni (difficoltà a respirare, tachicardia, dolore toracico, sudorazione, tremori, etc.), gli attacchi di panico, i disturbi fobici specifici . A volte possiamo avere slivellamenti dell’asse timico (affettività) in senso depressivo, ecc.
La malattia è sempre la rottura di un equilibrio e conduce, a volte, all’isolamento sociale, dovuto spesso ad un vero e proprio stigma, come avviene per le malattie mentali. Non possiamo abbandonare queste persone al loro dolore, né lasciarle in una condizione di emarginazione sociale e di degrado.
Ricordiamoci che “La peggior malattia dell’uomo moderno non è la tbc, ma la perdita del senso della vita”. (Teilhard de Chardin) e che “Il pericolo maggiore che possa temere l’umanità oggi, non è una catastrofe che venga dal di fuori, una catastrofe stellare, non è né la fame né la peste. E’ invece quella malattia spirituale, la più terribile perché il più direttamente umano tra i flagelli, che è la perdita del gusto del vivere”. (Pierre Teilhard de Chardin, Il Fenomeno umano)
In realtà, il disagio che scaturisce dalle diverse situazioni di precarietà esistenziale, che andiamo vivendo nel nostro pellegrinaggio terreno, ci richiama molto spesso ad un vuoto interiore, cioè alla mancanza di un baricentro. Questo ubi consistam (locuzione latina che significa, “dove io mi appoggio”) o punto di equilibrio è, per noi credenti, la fede in Cristo Gesù!
Ecco, allora, l’importanza di tornare a Dio con tutto il cuore, mettendoLo al centro della nostra vita, come vero e proprio principio ordinatore. È questa la Cristoterapia, nuova scuola psicoterapica, da me fondata, con la quale ogni giorno affronto tante situazioni di disagio esistenziale, elaborando quei conflitti interiori che ne sono all’origine. In questo modo è possibile aiutare chi è nell’angoscia a fare verità, portando le persone sfiduciate o tristemente rassegnate a riscoprire il senso ed il significato della vita in Cristo. Come diceva, per altri versi, Victor Frankl, fondatore della Logoterapia “Se non ho alcun motivo di felicità, allora non posso essere felice”.
La vera felicità è dono di Dio, come del resto la fede, “forza di vita che libera e salva in ogni situazione” (Papa Francesco). La fede è la chiave di questo rapporto con Dio ed è come il Wi-Fi: invisibile ma capace di connettere il nostro cuore con Dio.
Lei tiene una seguitissima trasmissione sull'emittente "Radio Maria", in cui si affrontano temi borderline tra psichiatria ed esorcistica. Qual è la genesi di questa proposta?
A volte, a dispetto della mia veste di medico psicoterapeuta, mi sento un po’ ingegnere, un costruttore di ponti. Il mio precipuo intento è, infatti, quello di colmare un gap che, da sempre, drammaticamente, separa la dimensione spirituale dell’uomo da quella psichica.
Per altri versi lo stesso Platone, quattrocento anni prima della nascita di Cristo, sentenziava: “Questo è il grande errore dei medici del nostro tempo: tenere separata l’anima dal corpo”. In tal senso si vuole gettare un ponte tra scienze religiose (Demonologia, Esorcistica) e talune discipline scientifiche come la Medicina Interna, la Psichiatria, la Neurologia, la Psicologia Clinica. Partendo, allora, da un approccio multilivellare ed interdisciplinare, ci si vuole confrontare sulla realtà del Male -come ricorda l’Apostolo delle Genti parlando del mysterium iniquitatis- e della sofferenza psichica. Da qui la necessità imprescindibile di andare oltre nella diagnosi e nella terapia di casi complessi, atipici e resistenti al trattamento. È quanto vado ribadendo nella seguitissima trasmissione Esorcistica e Psichiatria, da me ideata e condotta, unica nel suo genere, in onda, ormai da più di cinque anni, sulle frequenze di Radio Maria Italia.
Molti, in cerca di risposte al disagio dell'anima, si rivolgono a medium (Wix pic).
Dunque, più che cercare risposte dobbiamo formulare domande, consapevoli che “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia” (William Shakespeare, Amleto, atto I, scena IV).
Va da sé che, ancora oggi, la conoscenza esperienziale fa sì che l’uomo di scienza e l’uomo di fede si ritrovino insieme a prendersi cura di coloro che soffrono, rifuggendo dal delirio di onnipotenza terapeutica e/o dalla necessità di entrare nel letto di Procuste della diagnosi nosografica, scoprendo che molti elementi della realtà sfuggono alle nostre tradizionali chiavi di lettura, ai nostri abituali strumenti di indagine e di ricerca, oltre che ai nostri postulati. Si tratta, allora, di un lavoro entusiasmante, per quanto, a volte, impossibile: svelare la parte sommersa!
La Madonna con Gesù: per chi crede, la via della salvezza contro l'assedio del maligno (Wix pic).
La preghiera ed il discernimento circa la propria condotta morale sono strumenti di auto-aiuto per affrontare le inquietudini dell'anima. Perché?
Penso che il vero scienziato e l’autentico credente debbano allargare la tenda del cuore e chiedere “occhi nuovi” per vedere. Si tratta, ovviamente, di uno sguardo sapienziale, che il credente deve chiedere a Dio (da qui l’importanza della preghiera e della grazia sacramentale!). La Sapienza apre il cuore dell’uomo al mistero di Dio. Questo dono spirituale non va assolutamente confuso con la conoscenza umana, la saggezza o il buon senso comune ma è, in parole povere, il “guardare” al mondo e alle cose, con gli “occhi” di Dio.
I disturbi preternaturali sono ancora oggetto di studi sperimentali interdisciplinari e multilivellari, che indagano soprattutto su casi complessi ed atipici, resistenti alle terapie, difficilmente inquadrabili all’interno di categorie nosografiche tradizionali.
È innegabile come l’esperienza religiosa sia fondamentale per comprendere la natura umana, così come la Weltanschauung del soggetto, per comprenderne appieno le dinamiche psichiche. In tal senso, già la logoterapia -la cosiddetta “terza via” della psicologia- aveva considerato “nell’essere” la propensione dell’uomo a cercare, intenzionalmente, un significato capace di orientare la propria esistenza.
Se è vero che la psicoterapia può essere considerata come l’arte del cambiamento, allora la situazione di crisi, portata all’attenzione del terapeuta, già lo preconizza, quantomeno da un punto di vista etimologico. Entriamo, così, in una dinamica in continuo divenire che, mutatis mutandis, si riconosce in un “tendere verso” di junghiana memoria e in un “già e non ancora”. Quest’ultima ci richiama a quel desiderio d’infinito, inscritto da Dio nel cuore di ogni uomo.
Nella presentificazione (il cosiddetto “hic et nunc”) il cambiamento apportato dalla psicoterapia e legato alla trasformazione interiore (crescita) viene allora visto come occasione opportuna e favorevole ovvero come tempo di grazia (kairós) propiziato dall’esperienza di fede al quale il terapeuta dovrà, per primo, aprirsi.
Ogni professionista della salute mentale, veramente degno di questo nome, sa bene che il fattore di prim’ordine in psicoterapia è dato dalla relazione che si stabilisce nella diade terapeuta-cliente. Tale rapporto, nella sua vera essenza, è paragonabile alla corrente d’amore che, nella Santissima Trinità, procede dal Padre al Figlio e caratterizza la Terza Persona del Dio uno e trino: lo Spirito Santo.
I fenomeni di origine preternaturale esistono, anche se spesso sono considerati inaccettabili da coloro che, cavalcando una posizione scientista, non credono alla loro esistenza. Tali manifestazioni, infatti, esulano dall’assioma della riproducibilità dei fenomeni e, ancor di più, dall’origine naturale degli stessi.
La comunità scientifica come guarda a questo "sconfinamento" nel sacro, ma anche nella teologia e nella metafisica?
L’apparente vexata quaestio nasce da un pericoloso fraintendimento, che ci richiama, in modo emblematico, ad un’antica e mai sopita disputa tra scienziati e credenti. Si tratta, ovviamente, di due prospettive diverse ma che vanno in parallelo: dunque, non sovrapponibili tra loro, né divergenti, in ragione della loro complementarietà. Entrambe hanno in comune la stessa direzione ed un’unica meta: la verità! In tal modo il vero scienziato e l’autentico credente s’incontrano e riconoscono, nell’apparente diversità degli obiettivi, la loro comune aspirazione.
Chiaramente la “comunità scientifica”, in quanto tale, può soltanto adoperarsi per studiare le possibili cause naturali dei fenomeni, cercando di usare strumenti e metodi che le sono propri. In questo modo lo scienziato si adopera, ad esempio, per escludere la presenza di possibili patologie organiche e/o funzionali - in modo particolare disturbi psichici - che potrebbero simulare i cosiddetti disturbi preternaturali. Quest’ultimi sono ancora oggetto di studi sperimentali interdisciplinari e multilivellari, che indagano soprattutto su casi complessi ed atipici, resistenti alle terapie, difficilmente inquadrabili all’interno di categorie nosografiche tradizionali.
Ma, ahimé, a volte le “forbici della ragione” tagliano, pregiudizialmente, tutto ciò che non conoscono, che non comprendono e/o che non accettano. È questo il caso dello scientismo, un atteggiamento pregiudiziale, proprio di una scienza integralista, senza Dio, che nega la trascendenza dell’uomo, guardando alla vita in maniera riduttiva e riduzionista. da una prospettiva atea e materialistica.
Il bene primario dell’uomo che vive negando l’esistenza Dio e delle realtà invisibili, diventa allora quello che immanentemente vive sulla terra, nella dimensione spazio-temporale. Allo stesso modo finisce col confondere il benessere materiale e la salute del corpo, come il vero ed unico bene da perseguire. La bontà diventa semplice appagamento dei sensi e la bellezza viene vista unicamente come esigenza estetica piuttosto che visione etico-religiosa della vita.
L'interno di una chiesa (Wix pic).
Personalmente, dottor Cascioli, com'è giunto a praticare una psichiatria così sistemica, inclusiva del disagio morale dell'anima?
Tutto quello di cui oggi sono portatore nasce, in realtà, da un’esigenza insopprimibile di verità, maturata in un lungo ed articolato cammino umano e professionale, dove la ricerca del senso e del significato, insieme a provvidenziali Dio-incidenze, mi hanno condotto alla scoperta del mysterium amoris et salutis, che vince il mysterium iniquitatis. Ho scoperto, così, grazie alla fede, che il mistero della sofferenza e della malattia (fisica, psichica e/o spirituale) si può penetrare solo in preghiera e per grazia. Altrimenti potremo descriverlo, ma non comprenderlo appieno. Senza gli occhi della fede possiamo guardare, ma non vedere, sentire, ma non ascoltare. Si richiedono, allora, anche al terapeuta cristiano, “occhi nuovi” evitando così il rischio di scotomizzare ciò che è inscritto nella condizione umana, disattendendo la nostra comune chiamata alla verità. Dunque, anche noi, consapevoli dell’importanza di riuscire a “vedere”, con gli “occhi” della fede diciamo Effatà o, in un linguaggio a noi più vicino, open your eyes!
I fenomeni di origine preternaturale esistono, anche se spesso sono considerati inaccettabili da coloro che, cavalcando una posizione scientista, non credono alla loro esistenza. Tali manifestazioni, infatti, esulano dall’assioma della riproducibilità dei fenomeni e, ancor di più, dall’origine naturale degli stessi. In ragione del retaggio naturalistico-positivista della scienza, vengono misconosciuti dai professionisti della salute, che non credono all’esistenza del diavolo e che non si sono mai confrontati con tali complesse ed inquietanti problematiche ai confini tra psichico e spirituale.
In preghiera con il rosario (Wix pic).
Nelle stesse Premesse generali (n. 17) che accompagnano il Rito degli esorcismi (De Exorcismis et Supplicationibus quibusdam), troviamo un esplicito invito ai sacerdoti esorcisti affinché si rivolgano, al bisogno, a uomini di scienza esperti in medicina e psichiatria competenti anche nelle realtà spirituali (“qui sensum habeant rerum spiritualium”). Purtroppo, di fatto, accade spesso che i problemi preternaturali vengano visti in chiave prettamente antropologica e socioculturale, psicologica e/o psichiatrica. In questo modo, in ragione del razionalismo e del secolarismo dilagante, si arriva a negare la loro vera natura.
© Rekh Magazine
Valter Cascioli
Valter Cascioli è Medico specialista in Psicologia Clinica, Psichiatra e Psicoterapeuta (Cristoterapia e Counseling pastorale), regolarmente iscritto all'Albo professionale. È stato Consulente tecnico presso il Tribunale di Roma. È membro dell’AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani) e di ACT (Association Christian Terapists). Collabora con l’AIE (Associazione Internazionale Esorcisti), in qualità di consulente scientifico. Come portavoce e capo-ufficio stampa della stessa Associazione, ha curato i rapporti con i networks radiotelevisivi dal 2014 al 2015, rilasciando numerose interviste e partecipando a trasmissioni televisive sulle principali emittenti italiane (RAI, Mediaset, SKY, TV2000). In relazione al ministero dell'esorcistato, ha preso parte, come ausiliare di don Gabriele Amorth, a numerose preghiere di esorcismo. Attualmente, consulente scientifico di molti esorcisti italiani, svolge attività di divulgatore e conferenziere. È stato chiamato nel 2013 come docente al Corso Esorcismo e Preghiera di liberazione presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. È collaboratore esterno del GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa). Ha tenuto corsi di Comunicazione efficace presso l'Università La Sapienza di Roma. Ha partecipato, come relatore, ai seminari dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Ecclesia Mater, in collaborazione con l'Ufficio Ecumenismo e Dialogo - Settore Nuovi Culti - del Vicariato di Roma. Nel 1987 ha condotto per l'Università La Sapienza di Roma uno studio sperimentale sul fenomeno dell'estasi collettiva a Medjugorje, realizzando una missione scientifica in
loco. È l’ideatore ed il conduttore della trasmissione radiofonica Esorcistica e Psichiatria, in onda, ogni mese, sulle frequenze di Radio Maria Italia. In veste di consulente e di medico specialista ha fatto parte del cast del film-documentario “Libera nos. Il Trionfo sul Male” dei registi Giovanni Ziberna e Valeria Baldan (2022). Nello stesso anno è stato chiamato come docente al Corso “Discernimento, Patologie Spirituali ed Esorcismo” presso l’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana. Nel febbraio 2023 è stato invitato dalla Penitenzieria Apostolica a tenere una conferenza ai Padri Penitenzieri delle Basiliche Romane su: “Superstizioni, Magia, Esoterismo ed Occultismo”. Nel Rinnovamento Carismatico Cattolico è responsabile della Comunità Gesù Risorto, Associazione Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio, e collabora con CHARIS (Catholic Charismatic Renewal International Service). Già consulente ufficiale del Segretariato Assistenza Monache (SAM), esercita la professione in privato e presso l'ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà in Roma.
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