The Transfiguration of Our Lord, or His becoming radiant in Glory on the Tabor mountain, in front of three apostles, is narrated by Matthew, Mark and Luke in the Synoptic Gospel. What does this milestone of the Christian faith tell us, today?
Giovanni Bellini, "La trasfigurazione di Cristo" (1480), Museo di Capodimonte
di Don Natalino Pedrana, sacerdote
La rivelazione cristiana ha verso il corpo un rispetto, quasi una venerazione, assolutamente originale. Per quale ragione? In forza del mistero dell’Incarnazione! Dio che, concettualmente, è considerato etereo, incorporeo, assoluto spirito, si è fatto carne. La carne, pertanto, non è altro da Dio ma un tutt’uno con Lui. Con Gesù non è più possibile parlare di umanità e di divinità in maniera distinta ma di divinoumanità! Significa che il divino si rivela nell’umano. L’umano non è un semplice strumento attraverso il quale Dio si manifesta ma è il luogo preciso dove se fa esperienza di Dio.
Non si può pensare che Gesù cambiò volto, che il suo corpo cambiò connotati. Gesù, semplicemente, manifestò la sua realtà divinoumana!
Questo passaggio cruciale della rivelazione è stigmatizzato dalle parole dall’apostolo Giovanni nel prologo del suo Vangelo: “In principio era il Logos e il Logos era presso Dio e il Logos era Dio… Il Logos si è fatto carne. A chi lo ha accolto ha dato il potere di diventare figlio di Dio”. È chiaro come Dio dall’essere totalmente altro si è fatto totalmente uno con l’uomo per mostrargli la sua vera identità di figlio di Dio. Chi fa esperienza di questo avvenimento vive nella carne una vera e propria trasfigurazione… potremmo parlare di trans-significazione: la vita non è più un frattempo ma il tempo! Non c’è da attendere per diventare figli lo si è! Si tratta soltanto di esprimere la figliolanza.
Di questo hanno fatto esperienza gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor in occasione della trasfigurazione di Gesù. I Vangeli ci riferiscono che videro Gesù cambiare d’aspetto: “il suo volto divenne altro”. Non si può pensare che Gesù cambiò volto, che il suo corpo cambiò connotati. Gesù, semplicemente, manifestò la sua realtà divinoumana! Nel corpo di Gesù si nascondeva tutta la bellezza e la luminosità della divinità. Diventa evidente, quindi, che la realtà è multistrato, c’è sempre dell’altro oltre il visibile… occorre aprirsi alla profondità dell’umano che non è semplice materia ma mistero.
Beato Angelico, "Trasfigurazione di Cristo" (1438-1440), Convento di San Marco a Firenze
Il corpo trasfigurato di Gesù è equiparabile al corpo risorto: è un corpo che i discepoli da una parte vedono, toccano con mano, riconoscono e dall’altra appare loro come un fantasma. Potremmo far riferimento a questa metafora: chi ci conosce veramente? Chi ci vede tutti i giorni? Chi vive accanto a noi? Non è detto! Ci conosce veramente colui dal quale siamo amati e al quale manifestiamo liberamente la nostra intimità. Il corpo trasfigurato e risorto di Cristo non è altro da quello incontrato, conosciuto nella realtà dei giorni ma la sua esperienza è riservata a chi lo ama… lì si rivela!
C’è una tale unità tra il corpo umano e il corpo risorto di Gesù che nelle apparizioni mostra sempre le ferite della crocifissione: il nostro corpo, così come è, con la sua storia, è il corpo votato alla risurrezione! La vita si configura come un passaggio costante da trasfigurazione in trasfigurazione: siamo di più di quello che appare!
© Rekh Magazine
Don Natalino Pedrana
Nato a Tirano il 5 settembre 1972, originario della Parrocchia Santa Maria nascente in Livigno.
E’ stato ordinato sacerdote da Sua Ecc. mons. Alessandro Maggiolini, il 14 giugno 1997. E’ stato vicario parrocchiale della parrocchia San Lorenzo in Ardenno, amministratore della parrocchia Beata Vergine Assunta in Biolo, vicario della parrocchia San Giuseppe in Grosio, parroco della parrocchia Santi Pietro e Paolo in Rovellasca.
Dal 2022 è parroco delle parrocchie SS. Redentore, Santo Stefano, San Michele e San Nicola in Cernobbio e della parrocchia Santi Giovanni e Ambrogio in Maslianico, che compongono la Comunità pastorale Beata Vergine del Bisbino.
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