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Love & Betrayal in the Age of Pharaos

Paintings, sculptures and artistic documents of Ancient Egypt sketch love images of great balance and respect between spouses. It was not the real life, of course. The Papyrus Westcar wintnesses a surprising emotional tension between eros, betrayal and revenge.

The golden throne ok king Tut.



di Primavera Fisogni

Come amavano, gli antichi egiziani? In particolare, come vivevano il ménage quotidiano le coppie di coniugi? Canzoni popolari o testi dai molteplici rimandi misterici, le stanze del Papiro Chester Beatty n. 1 - con le meravigliose "stanze" della Canzone d'amore di epoca ramesside - restano un documento di straordinario interesse per la descrizione finissima dell’attrazione amorosa, dal primo sguardo al desiderio, al coinvolgimento erotico, fino alla sofferenza imputabile al distacco.


«Sette (giorni) ieri che non vedo la sorella / e la malattia è entrata nel profondo dentro di me, / mi si sono appesantite le gambe / il mio corpo ha perso il senso di sé stesso / Quando il capo dei medici è venuto da me / il mio cuore non trova sollievo nei suoi rimedi / e i lettori rituali, non c’è modo attraverso di loro (di curare il giovane, nda) / la mia malattia non può essere scoperta/ Solo dire “ecco, c’è lei” è la mia cura / (…) / è ciò che può curare il mio cuore».


Ed ecco il testo traslitterato con, in grassetto, i riferimenti a quanto evidenziato nella traduzione.


sfḫ r sf bw mȝȝ.i snt / ˁq ˁq n.i ḫȝyt im.i/ ḫpr.kwi ḥˁw.i wdn/ smḫdt.i ds.i/ ir iw n.i nȝ wrw swnw/ bw hr ib.i pḫrt.sn/ nȝḫryw-ḥb bn wȝt im.sn/ bw wdˁ tȝy.i ḫȝyt/ pȝ dd n.i mk sw pȝ nty sˁnḫ/ (...) pȝ nty sˁnḫ ib.i


A questa freschezza si aggiunge il fatto che ci restano ben pochi documenti circa l’amore tra partner ai tempi dei faraoni. Le molteplici testimonianze documentali – statue, dipinti, alto e bassorilievi, stele votive – ci consegnano un mondo di coppie di cui sappiamo ben poco, al di là delle formule di rito.

Nelle élite che potevano permettersi di consegnare ai posteri le proprie biografie, si impone la monogamia: al capofamiglia segue, un passo indietro, la moglie, generalmente più piccola rispetto al coniuge. Non mancano le eccezioni, improntate al realismo, come nel caso della coppia dell’Antico Regno, composta dal potente Seneb e dalla moglie Senetites, lui affetto da nanismo.

Love & power in the New Kingdom: king Tut and his wife Ankhsenamon


Sullo schienale del trono di Tutankhamon, sbalzato in oro, il re e la moglie hanno dimensioni identiche, mentre la grande sposa reale Nefertari, compagna prediletta di Ramses II, è sempre rimpicciolita rispetto al compagno. Il quale, comunque, le ha reso onore nella tomba più bella della Valle delle Regine. Con l’eccezione del regno di Akhenaton, sovrano spesso raffigurato in atteggiamenti affettuosi con moglie e figlie piccole, per il resto la statuaria egizia non è affatto un libro aperto sulle modalità di relazione all’interno delle coppie.

La formula, pressoché standard, di compagna amata (ḥmt.f mrt.f iwri - La sua amata moglie Iuri) costituisce il tema di una serie variegata di variazioni, fino a indicare nella compagna una figura quasi regale, per l’attitudine a spiccare tra le dame di corte:




ḥmt.f mrt.f ḥkrt swt w3tt ddwi

sua moglie, la sua amata, l’unico ornamento del re, Dedui


L'iscrizione, con espressioni stereotipate, che leggiamo tanto di frequente sulle stele funerarie, consente soltanto di affermare che il sentimento affettivo giocava un ruolo indubbio nella relazione, almeno sul piano sociale. Era, quanto meno, un’aspettativa.

Anche allora si poteva riconoscere, con Tolstoj di Anna Karenina, che le famiglie felici si somigliano tutte e quelle infelici, ciascuna a modo suo.



Avere un marito specialista nella magia, come il capo lettore Ubainer, poteva indurre la sposa alla cautela, riguardo all’infedeltà. I racconti di re Cheope, presenti nel Papiro Westcar, narrano una vicenda che va in senso opposto. Sospesa tra il boccaccesco e l’horror, la storia materializza una moglie altolocata con amante vanitoso, appartenente al ceto medio. Il termine impiegato, nds indica piccolo (anche socialmente: borghese, non di alto rango), ma anche giovane, ulteriormente disambiguato dai determinativi (l’uccelletto, che indica piccolezza anche morale, oltre che qualcosa di male/cattivo e l’omino in ginocchio).


Pair Statue of Nebsen and Nebet-ta, ca. 1400-1352 B.C.E. Limestone, pigment, 15 7/8 x 8 9/16 x 9 1/4 in. (40.4 x 21.8 x 23.5 cm). Brooklyn Museum, Charles Edwin Wilbour Fund, 40.523. Creative Commons-BY (Photo: Brooklyn Museum, 40.523_view1_SL1.jpg)


Probabilmente gli impegni di corte tenevano lontano da casa Ubainer parecchio tempo; forse era un uomo ormai maturo, poco incline a colmare di attenzioni la moglie.

Sta di fatto che la consorte trova un amante, un giovane di classe sociale inferiore. Con lui si intrattiene in giardino. Per non dare troppo nell’occhio, l’uomo chiede se non c’è un padiglione in giardino, per trascorrere i momenti di intimità. Leggiamo il passaggio del papiro Westcar, con traslitterazione da sinistra a destra:




ḥ’.n h3b.n t3 nds ḥmt wb3-inr

allora il borghese disse alla moglie di Ubainer:




iwms wn šspt m p3 š n wb3-inr

«Non c’è un padiglione nel giardino di Ubainer?»



mt n ir.n 3t im.s

«Guarda, passiamo del tempo (lì) dentro».


La decisione di regalare a costui una cassa di abiti (forse tolti dal guardaroba del marito) costa caro alla donna; perché qualcuno, nella servitù, intercetta il passo falso. Il mago, per altro, non si scompone. Invia il domestico al tempio di Ptah per prendere il kit con materiali e formule. A quel punto, plasma un coccodrillo che prenderà vita, finendo per divorare il malcapitato rivale. La moglie, invece, per ordine del re stesso, è bruciata viva e le sue ceneri disperse nel Nilo. Per entrambi gli amanti una fine terribile, che ne comprende un’altra ancora peggiore, la dannazione eterna.

Non c’è particolare preoccupazione di nascondere la tresca, al punto che la donna dà indicazioni precise per realizzare un padiglione – una tenda possiamo supporre – davanti alla pozza d’acqua (un laghetto, uno stagno) nella quale ama immergersi il bel giovane.

Più che dalla letteratura, possiamo cogliere la quotidianità affettiva di una coppia dai reperti di sepolture di famiglia, tra le quali spicca – per completezza di corredo – quella di Kha e Merit al Museo Egizio di Torino. Rinvenuta intatta nel 1906 da Ernesto Schiaparelli, nella necropoli di Deir-el-Medina, con il corredo riposto come nel giorno del funerale, la tomba testimonia, tra le altre cose, anche il profondo legame tra i partner. Deir-el-Medina è il nome arabo di una cittadina che ospitava le maestranze impegnate nella Valle dei Re: artigiani, muratori e progettisti / architetti, proprio come Kha, che viene presentato come “soprintendente ai lavoro” e “capo della grande sede”. La moglie Merit, il cui nome mette radice nel verbo egizio “amare”, madre dei tre figli della coppia e “signora della casa”, era morta giovane. Non essendo stata ancora predisposta la sua tomba, Kha la collocò nel proprio sarcofago, riconoscibile in quanto su di esso è indicato il nome dell’architetto e per la dimensione.


© Rekh Magazine



Primavera Fisogni

Giornalista e filosofa, PhD in Metafisica, Primavera Fisogni lavora e vive a Como. Ha pubblicato decine di articoli in riviste internazionali peer-reviewed sul tema del jihadismo, dei fenomeni del male, sulla genesi pre-morale del bene, sul vuoto e il disagio mentale in una prospettiva sistemica. Fenomenologa di formazione, con focus sulle lingue semitiche, ha perfezionato la conoscenza del geroglifico a Parigi, seguendo i corsi di Nicolas Grimal al Collège de France. Tra i suoi saggi, "Nel segno del pensiero. Come pensavano gli antichi Egizi" (Santelli, 2019, premio InediTo), integrato da "Prima della psiche"(2022). Si è occupata di letteratura contemporanea, con "Giovane è la parola. Biografia letteraria di Carla Porta Musa" (Carocci, 2022). Ha esordito come narratrice in Danimarca (2021) con "Top Secret" (mellegaard).

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