Plato's philosophy of Ideas (or Forms), as the upper level of cognition, formulated for the first time in the Dialogue 'Phaedo' is the point of departure of professor Segalerba's investigation within the metaphysical texture of the person. This intriguing paper moves from the article of don Natalino Pedrana (Rekh Magazine February Issue) about 'the transfigurated body' of Christ from the Gospel (attached below). Thus, faith and reason not only can dialogue, but can suggest each other valuable paths of research.
La lampadina, da sempre metafora delle intuizioni e delle idee (Wix pic).
Di Gianluigi Segalerba
La conoscenza delle idee comporta una completa trasformazione degli individui. Nel Fedone le idee rappresentano la radice della crescita intellettuale degli individui. L'esistenza delle idee è, nel Fedone, funzionale alla dimostrazione dell'immortalità dell'anima. L'esistenza delle idee dimostra che la dimensione sensibile non corrisponde a tutta la realtà. Le idee, nel loro complesso, costituiscono una dimensione almeno parzialmente alternativa rispetto alla dimensione della realtà sensibile: appartengono ad una dimensione diversa dalla dimensione della realtà sensibile. Per quanto riguarda gli effetti concernenti il soggetto, il contatto con la dimensione delle idee rappresenta per il soggetto l’apertura di una nuova dimensione della realtà, la possibilità della consapevolezza che esiste qualcosa d’altro oltre alla dimensione sensibile.
Un'edizione contemporanea del Fedone, uno dei più noti Dialoghi platonici, relativo al tema dell'immortalità dell'anima.
La connessione tra idee e conoscenza non va, naturalmente, dimenticata. Senza dubbio le idee rappresentano la radice della conoscenza. Tuttavia, le idee rappresentano qualcosa di più di oggetti per la conoscenza; le idee rappresentano, per dir così, la porta verso la conoscenza di una dimensione ulteriore della realtà. Il contatto con la dimensione delle idee rivela all’individuo che non esiste soltanto la dimensione sensibile. Le opposizioni descritte da Platone nel Fedone circa la dimensione del visibile e la dimensione dell’invisibile, nonché l’analisi della posizione dell’anima in relazione alle due dimensioni, testimoniano, da un lato, l’intenzione platonica di mostrare che la realtà non si esaurisce nel mondo visibile, dall’altro, esse testimoniano che l’individuo è chiamato a prendere coscienza dell’esistenza delle due dimensioni. La condizione iniziale dell’individuo, la condizione dell'individuo che non conosce ancora l’esistenza delle idee, è una condizione completamente differente dall’individuo che anche soltanto comincia ad avere consapevolezza dell’esistenza delle idee.
Il contatto con le idee cambia il soggetto nel senso che mostra al soggetto l’esistenza di un’altra dimensione.
Non si tratta semplicemente dell'acquisizione della conoscenza delle cause per cui una pluralità abbia una determinata proprietà. Questo è, senza dubbio, un aspetto della posizione delle idee all'interno della realtà. Non è, tuttavia, l'intero senso che deve essere collegato alle idee. Le idee introducono il soggetto in una dimensione non del tutto estranea alla dimensione sensibile, poiché le idee sono causa di una pluralità di entità sensibili che possiedono una proprietà. Le idee trascendono la dimensione sensibile poiché non possono essere ridotte ad essa.
Il contatto con le idee cambia il soggetto nel senso che mostra al soggetto l’esistenza di un’altra dimensione. La conoscenza dell’uniformità della causa in virtù della quale una pluralità possiede una determinata proprietà – la pluralità degli oggetti belli è bella per il bello in sé, la pluralità degli oggetti uguali è uguale in virtù dell’uguale in sé – non esaurisce, almeno a mio giudizio, il ragionamento platonico.
Per quanto riguarda gli effetti concernenti il soggetto, il contatto con la dimensione delle idee rappresenta per il soggetto l’apertura di una nuova dimensione della realtà, la possibilità della consapevolezza che esiste qualcosa d’altro oltre alla dimensione sensibile.
L’uniformità delle cause in virtù delle quali determinate pluralità di entità possiedono una determinata proprietà è fondamentale onde eliminare qualunque ipotesi ispirata al relativismo nelle cause - uno degli avversari che Platone vuole contrastare attraverso la propria manovra è proprio il relativismo preso in sé e per sé -. Tuttavia, il riconoscimento dell’esistenza delle idee porta al riconoscimento dell’esistenza di un’altra dimensione: il soggetto, attraverso il contatto con le idee, comincia a comprendere come non tutto sia riconducibile e riducibile alla dimensione sensibile. Si tratta, pertanto, dell’inizio di un cambiamento completo nell’individuo. L’immagine della caverna suggerisce una situazione analoga: l’individuo, attraverso un percorso mentale non semplice – anzi, assai arduo – arriva alla consapevolezza della complessità del mondo reale.
Non si tratta soltanto di un cambiamento di stati di conoscenza: si tratta di un cambiamento di stati di coscienza, di orientamento nella realtà, di giudizio sulla realtà e di prospettive sulla realtà (si potrebbe anche asserire che il concetto di conoscenza platonico coinvolge l'individuo in tutte le sue componenti psichiche). Il soggetto cambia e non sarà mai più lo stesso. Il soggetto che è consapevole dell’esistenza di una dimensione diversa è diventato un soggetto completamente diverso dal soggetto che era privo di tale consapevolezza. Si tratta, pertanto, di un cambiamento globale nell’individuo.
La conoscenza muove dal sensibile, ma il processo astrattivo conduce a un livello ulteriore (Wix pic).
Il contatto con la dimensione delle idee risveglia la consapevolezza che esiste una dimensione di realtà alternativa a quella sensibile.
La conoscenza dell'esistenza delle idee comporta una pluralità di aspetti:
i) È la conoscenza che le idee sono la causa grazie alla quale un ente o una pluralità di enti possiedono una proprietà.
ii) È la conoscenza e la consapevolezza che le idee appartengono a una dimensione diversa da quella percepibile attraverso i sensi. Esiste una dimensione ulteriore oltre la dimensione che viene vissuta ed esperita dal soggetto attraverso i sensi.
iii) È la conoscenza della capacità che l'anima ha già in sé prima di avere contatti effettivi con la dimensione sensibile: l'anima, in quanto tale, non è un contenitore vuoto.
Al contrario, l'anima dispone già di un sistema di idee come uguale, bello, e così via, prima ancora dell'inizio della propria esperienza sensibile. Almeno inconsapevolmente, l'individuo vive sempre in una dimensione che non è riducibile a quella sensibile. Le idee guidano l'attività mentale e sensoriale dell'individuo. La conoscenza delle idee rappresenta, pertanto, anche una forma di autoconoscenza dell’individuo.
Platone, Aristotele e altri filosofi dell'antichità nella Scuola di Atene di Raffaello a Roma
L'analisi delle idee nel Fedone rivela l'esistenza di entità che costituiscono le cause uniformi della presenza di una proprietà in una pluralità di entità: ad esempio, tutte le entità belle sono belle per l'idea di bello. La presenza del bello nella pluralità delle cose non è dovuta a cause diverse corrispondenti a ogni caso di bello: esiste una, e una sola causa del possesso, da parte di una pluralità di concretizzazioni del bello, della proprietà "esser bello". In altre parole, tutte le concretizzazioni sensibili del bello sono belle per una ed una sola causa. Inoltre, le idee si rivelano fondamentali per dimostrare l'esistenza di una dimensione diversa da quella sensibile. Le idee hanno, quindi, almeno una doppia funzione:
a) sono causa uniforme della presenza di un bene in una pluralità di enti;
b) portano l'individuo alla consapevolezza dell'esistenza di una dimensione diversa da quella sensibile.
Le idee conducono il soggetto alla conoscenza dell'uniformità della causa in virtù della quale una pluralità possiede una proprietà. Di conseguenza, l'esistenza stessa delle idee elimina l'ipotesi di una pluralità di cause esplicative per la spiegazione del possesso di un bene. Tuttavia, la conoscenza ottenuta attraverso le idee comporta non solo la conoscenza dell'uniformità di causa delle diverse concretizzazioni sensibili: questa conoscenza costituisce la via per una dimensione trascendente. La conoscenza delle idee conduce il soggetto al riconoscimento dell'esistenza della dimensione trascendente.
Platone interpreta le idee come costitutivamente diverse dalle entità della realtà sensibile. Per il soggetto avere idee innate significa essere libero dalla relatività delle entità sensibili e della relatività propria di tutta la dimensione sensibile.
Il Monte Bianco: immagine di sensibile e trascendente insieme (Wix pic).
Le entità della dimensione sensibile sono entità relative: esistono in una dimensione di relatività. Al contrario, le idee non sono relative al contesto in cui si trovino: non sembreranno mai qualcosa di diverso da ciò che sono in quanto tali (l'idea di uguale non sembrerà mai disuguale). Le concretizzazioni sensibili di una proprietà sono relative in quanto sono sempre relative al contesto in cui si trovano: ad esempio, gli uguali sensibili possono apparire uguali a qualcosa e non uguali a qualcos'altro. L'idea di uguale è assoluta poiché non può apparire diversa da ciò che è.
Le concretizzazioni sensibili di un'idea, in generale, e dell'uguale, in particolare, non sono la proprietà in quanto tale, mentre ogni idea è la proprietà in quanto tale – cioè è la proprietà stessa – e non è altro che la proprietà – l'idea di uguale, per esempio, è uguale e nient'altro –. Le concretizzazioni sensibili risentono della relatività della dimensione sensibile; le idee, al contrario, sono libere da questa relatività.
Questo aspetto ha effetti precisi sul soggetto: il soggetto che è consapevole dell'esistenza delle idee è un soggetto che, almeno per quanto riguarda il suo essere connesso alle idee, è assoluto. Attraverso la consapevolezza dell'esistenza delle idee e attraverso la conoscenza delle idee, l'individuo acquisisce uno sguardo sulla realtà che non dipende dalla relatività della dimensione sensibile. Le idee sono assolute, mentre le entità sensibili dipendono sempre da particolari punti di vista e dal contesto in cui si trovano: ad esempio, le concretizzazioni sensibili di uguale sono uguali a qualcosa, diseguali a qualcos'altro. Le concretizzazioni sensibili non sono, quindi, mai assolutamente, ma, al contrario, sempre relativamente uguali.
L'individuo che prende coscienza dell'esistenza delle idee avrà con il mondo un rapporto diverso da quello che ha un soggetto che non è consapevole dell'esistenza delle idee: l'individuo che conosce le idee non dipende dalla dimensione della sensibilità (almeno non ne è del tutto dipendente). Non è imprigionato nella dimensione dei dati sensoriali. Così, la condizione dell'individuo cambia completamente dopo la presa di coscienza dell'esistenza delle idee da parte dell’individuo.
Attraverso la consapevolezza dell'esistenza delle idee e attraverso la conoscenza delle idee, l'individuo acquisisce uno sguardo sulla realtà che non dipende dalla relatività della dimensione sensibile.
Le idee esistono indipendentemente dal soggetto pensante. La dimensione delle idee rivela ai soggetti che riescono a giungere alla conoscenza delle idee, l'esistenza di una dimensione diversa e – almeno in una certa misura – alternativa alla dimensione abituale della vita. La conoscenza delle idee e della dimensione delle idee rappresenta, tra l'altro, la consapevolezza che la realtà non consiste solo nell'esperienza sensibile e delle entità connesse all'esperienza sensibile: conoscere le idee è conoscere una realtà diversa dalla realtà dei sensi. La conoscenza delle idee rappresenta una conoscenza immediata di una dimensione che trascende la vita sensibile.
Il contatto con la dimensione delle idee in Platone non riguarda solo la dimensione conoscitiva, teorica, degli individui; riguarda, certo, anche questa dimensione, ma comporta, anzitutto, la conoscenza di una realtà e di una dimensione di vita alternativa alla dimensione comune della realtà, alternativa, in altri termini, alla dimensione sensibile. L'anima acquisisce, attraverso il contatto con le idee e attraverso tutta la propria esperienza all'interno della dimensione delle idee, la consapevolezza dell'esistenza di una dimensione diversa da quella in cui l'individuo vive la sua vita sensibile. Ciò determina, nel soggetto, un completo cambiamento di visione per quanto concerne la propria condizione di vita e la costituzione dell'intera realtà.
L'individuo che è giunto alla consapevolezza dell'esistenza delle idee e alla consapevolezza dell'esistenza della dimensione trascendente connessa alle idee non è più la stessa persona che era priva di, o che non aveva ancora raggiunto questa consapevolezza: il contatto con il trascendente rappresenta un cambiamento completo degli individui. Gli individui che sono in grado di riconoscere l'esistenza delle idee non sono più gli stessi individui che non conoscevano le idee e la dimensione delle idee. La conoscenza dell'esistenza delle idee si rivela, pertanto, come una conoscenza trasformativa dell'individuo.
© Rekh Magazine
Gianluigi Segalerba
Filosofo e specialista di Aristotele Gianluigi Segalerba è nato a Genova il 24 giugno 1967. Si è laureato in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1991 e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1998. È stato visiting scholar presso le Università di Tubinga, di Berna, di Vienna. Ha insegnato all'Istituto di Filosofia dell'Università di Vienna. La sua prima pubblicazione è stata “Note su Ousia” (Pisa 2001). È stato poi coeditore del volume “Substantia – Sic et Non” (Francoforte sul Meno 2008), ed è autore del libro “Semantik und Ontologie: Drei Studien zu Aristoteles” (Berna 2013). Attualmente vive e lavora a Vienna
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