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Thinking at Animals as Moral Beings

It's a fact that non-human animals deserve special care also for what concerns the ethical domain. This attitude, unknown in the past, is increasing on a global scale. However, founding the discourse on a secure ground means to know, or at least sketch, the transcendental conditions for the 'morality' of animals. Professor Segalerba moves from this step to clarify a highly debated philosophical issue.


Amazzone con il proprio cavallo (Wix pic)


di Gianluigi Segalerba


Il tema della mia presentazione riguarda alcuni aspetti dell'etica animalista in relazione alla composizione dell'universo morale e al criterio da utilizzare per determinare l'ambito dei membri dell'universo morale.

Lungo tutta la storia della filosofia, la posizione tradizionale ha considerato gli animali come entità inferiori, come risorse, come cose: ha quindi escluso gli animali dall'ambito della morale. Agli animali non sono stati riconosciuti diritti; agli animali non è stata riconosciuta alcuna dignità come soggetti morali. Gli animali non sono stati inclusi nell'ambito delle entità degne di considerazione morale. Nessun dovere è stato riconosciuto nei confronti degli animali. Gli animali sono stati considerati come entità utilizzabili. Il libero uso degli animali ha significato agricoltura animale ed esperimenti scientifici sugli animali. Gli animali sono stati considerati come cose, come oggetti.

Il criterio attraverso il quale si conferisce status morale agli enti non è un criterio comune ai diversi pensatori. Le condizioni ed i requisiti connessi al possesso di status morale possono essere molto diversi

Una posizione più recente all'interno della storia della filosofia sostiene che agli animali dovrebbe essere riconosciuta una posizione morale. Nell’ambito di questa prospettiva interpretativa, dato che gli animali vengono considerati come soggetti morali, esistono doveri verso gli animali; gli animali possiedono determinati diritti; un preciso apparato di leggi, norme e misure protettive dovrebbe venire ideato per proteggere gli animali. Gli allevamenti di animali e gli esperimenti scientifici sugli animali dovrebbero essere vietati. La conseguenza del riconoscimento della dignità morale di un’entità è che esistono precisi doveri nei confronti dell’entità medesima. Parimenti esistono restrizioni riguardo a ciò che può essere fatto a questa entità.

Il criterio attraverso il quale si conferisce status morale agli enti non è un criterio comune ai diversi pensatori. Le condizioni ed i requisiti connessi al possesso di status morale possono essere molto diversi: gli ambiti delle entità considerate come aventi status morale possono mutare notevolmente in corrispondenza delle condizioni e dei requisiti adottati. Cito qui alcuni esempi che mostrano il nesso esistente tra il criterio adottato per il riconoscimento del possesso di status morale e la corrispondente variazione dell’ambito delle entità che possiedono uno status morale.

  • Se la condizione per possedere status morale è il possesso della ragione e della capacità linguistica, nell'ambito delle entità che posseggono uno status morale vengono ammessi esclusivamente gli enti considerati in possesso della ragione e della capacità linguistica. Dal momento che agli animali non veniva accordato il possesso della ragione, gli animali sono stati esclusi dall’ambito delle entità aventi status morale.


  • Se la condizione per il riconoscimento del possesso dello status morale è essere senzienti (in particolare, è essere capaci di provare dolore), tutte le entità che posseggono la capacità di provare dolore non possono essere escluse dall’ambito delle entità aventi status morale.

Si nota pertanto che la determinazione del criterio che determina il riconoscimento o meno del possesso di status morale è decisivo per la determinazione dell’ambito delle entità cui venga riconosciuto lo status morale medesimo.


© Rekh Magazine


Filosofo e specialista di Aristotele

Gianluigi Segalerba è nato a Genova il 24 giugno 1967. Si è laureato in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1991 e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1998. È stato visiting scholar presso le Università di Tubinga, di Berna, di Vienna. Ha insegnato all'Istituto di Filosofia dell'Università di Vienna. La sua prima pubblicazione è stata “Note su Ousia” (Pisa 2001). È stato poi coeditore del volume “Substantia Sic et Non” (Francoforte sul Meno 2008), ed è autore del libro “Semantik und Ontologie: Drei Studien zu Aristoteles” (Berna 2013). Attualmente vive e lavora a Vienna.


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