Being a mom can be really challenging, especially as a professional dancer at Teatro alla Scala, one of the leading theatres in the world. For Daniela Cavalleri motherhood has always been at the centre of the stage, as Rekh Magazine’s specialist in ballet and philosophy of dance Sara Luppi highlights.
Con il "tiralatte" tra un atto e l'altro di un balletto
di Sara Luppi
La danza è un’arte che non si può spiegare con le parole. Devi viverla, sentirla e respirarla per comprenderla. È un’arte che si imprime nel corpo e nell’anima e finché un ballerino avrà un corpo sentirà il richiamo della danza.
È ciò che avrà pensato Daniela Cavalleri, danzatrice del corpo di Ballo del Teatro alla Scala, ogni giorno della sua lunga carriera, da quando piccolina, cioè, varcava la soglia di via S. Marta per un’audizione un po’ per gioco, un po’ per volere della maestra, senza sapere che l’esito avrebbe cambiato la sua vita per sempre!
Daniela è speciale non solo perché donna affermata per talento e bravura, ma anche perché le si riconosce una certa tenacia e risoluzione tipica degli Artisti che le hanno permesso di calcare i palcoscenici più importanti al mondo, conciliando due maternità tra una tournee e un pas de deux.
Ascoltandola, non si percepisce certo una donna sul filo di lana o in equilibrio perenne tra casa e lavoro, carriera e pannolini. Tutt’altro!
Ascoltandola, si ha l’impressone che le scelte di Daniela siano esattamente un plus personale a favore di una carriera più ricca e viva.
“Ho vissuto la maternità come un arricchimento, trasmettendo al pubblico forza e stabilità. Ricordo mentre in scena, in posa per Giselle pensavo a mio figlio Alessio, neonato, e la gioia piena che tale pensiero mi procurava”.
Il suo mantra è da sempre Volere è Potere, incarnandosi appieno nel precetto del filosofo Francesco Bacone. Se potere significa dominio sulla natura attraverso l’esercizio delle arti e della scienza ovvero del sapere scientifico che dà concretezza alle intenzioni, Daniela è riuscita a plasmare il suo corpo affinché divenisse strumento di precisione sul palcoscenico e strumento d’amore con la maternità.
Tutto questo richiede una fede speciale ed una altrettanta forza di volontà.
Non sono mancate certo difficoltà in generale e con la persona che le sta accanto, in particolare.
“Mio marito non fa parte del mondo dello spettacolo; gli ostacoli più grossi sono sorti quando ero in tournée in Cina e mio figlio piccolissimo – non l’ho portato con me per ovvie ragioni -. Non è stato semplice gestire a distanza il ménage famigliare, ma non potevo né avrei mai scelto di non andare”.
Nessun senso di colpa, “è stata ed è tutt’oggi la mia scelta di vita, ballare è la mia vita e ho voluto rendere i miei figli indipendenti, fin da subito”.
Da Alessio a Viola, ai palcoscenici di mezzo mondo passando per tiralatte, corse in cortile e scegliendo di essere pure rappresentante di classe.
Non è facile conciliare una carriera come quella di Daniela che ai ritmi severi richiesti in sala prove si costringono quelli dettati dalla famiglia: occorrono pazienza e sopportazione che si accordino al sacrificio quotidiano che è fatto di sofferenza fisica e tanta fatica, autodisciplina, gestione ferrea dell’alimentazione, della cura di sé e del proprio corpo.
“Volevo dei bambini e con mio marito ho dovuto individuare il tempo più giusto per averli. Ho dovuto saper aspettare. Mi sento bene e realizzata, la maternità mi ha portata ad una grande esperienza interiore che ogni volta arricchisce e di molto il ruolo che interpreto e che trasmetto al pubblico la sera dello spettacolo”.
Ascoltandola, sorprende come questa ballerina così esile possa nascondere una forza tale.
Ballare significa confrontarsi con sé stessi, in ogni momento. Ed è sicuramente, l’arte dell’onestà.
Si è completamente allo scoperto quando si balla. La propria salute fisica è allo scoperto. La propria autostima è allo scoperto, persino la propria salute psichica è allo scoperto.
Non si può ballare senza essere sé stessi, senza amare sé stessi. Perché, quando si balla si dice la verità, sempre!
Daniela è tutto questo ed è così splendidamente disarmante nella sua onestà per l’amore che nutre per la danza e la famiglia che confesso si fatica a starle dietro.
Il prossimo settembre sarà impegnata con la compagnia nello spettacolo “Il lago dei cigni” che aprirà la stagione del Teatro alla Scala, un classico del repertorio del balletto.
Poi, saluterà le scene, il tempo per lei ballerina scaligera si è compiuto, ma è già pronta per affrontare un’altra nuova sfida: quella di diventare Maestra di Ballo della Scuola omonima milanese.
E chi scrive, ne è ben certa, sa che sarà un altro obiettivo presto raggiunto, tra una corsa in cortile, un’assemblea di classe, sgranocchiando un cornetto algida al cioccolato.
© Rekh Magazine
Scrittrice e danzatrice
Giornalista pubblicista e professionista in un'azienda di Como, madre di due ragazze, Sara Luppi è autrice del libro Nero ebano rosso orango, una favola contemporanea che porta alla luce, con una trama credibile e intrecciata a doppio filo alla cronaca, un messaggio di sostenibilità. Fin da giovanissima è danzatrice classica.
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