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Kate, Evolution of the Political Body

  • Writer: Primavera Fisogni
    Primavera Fisogni
  • 8 hours ago
  • 4 min read

The concept of power between the Middle Ages and the Infosphere. The book Kate. La Commoner (Cairo, 155 pages) contains thought-provoking content that goes far beyond the tabloid image associated with the British royal family. Written by Luisa Ciuni, an Italian

writer and reporter, it tells the story of the Windsor family (known in the United Kingdom as 'The Firm') with a narrative that stands out for its meticulous use of primary sources. As well as painting an unconventional portrait of the Princess of Wales, Ciuni addresses one of the most debated issues in the age of social media and artificial intelligence


La copertina del libro di Luisa Ciuni
La copertina del libro di Luisa Ciuni

Di Primavera Fisogni



Il potere a metà strada tra Medioevo e Infosfera. Il libro “Kate. La commoner” (Cairo, 155 pag., 16,50 euro) racchiude pagine che suscitano riflessioni potenti, ben al di là di quell’immagine collegata al gossip che ogni riferimento ai reali inglesi sembra evocare ogni qual volta se ne parli. Ne è autrice, Luisa Ciuni, scrittrice e reporter, che sa raccontare la famiglia Windsor (nota nel Regno Unito come The Firm, “La ditta”) con una narrativa che si distingue per l’acribia nella ricerca delle fonti di prima mano. Oltre a tratteggiare un ritratto fuori dal coro della principessa del Galles, Ciuni affronta, al culmine del libro, una delle questioni più dibattute all’epoca dei social e dell’Intelligenza Artificiale.

Per riassumere in una domanda: una figura pubblica apicale, come la futura regina d’Inghilterra, ha davvero diritto alla privacy?

Il riferimento va alla patologia tumorale che ha colpito Kate Windsor Princess of Galles, nata Catherine Middleton, all’inizio del 2024: in un primo tempo minimizzata, con un generico riferimento a un intervento chirurgico all’addome, porta la stessa Kate, mesi dopo, ad ammettere in un video “Ho il cancro”. Nel mezzo, come ricostruisce Ciuni, sussurri e bugie, anticipazioni rassicuranti (“la principessa tornerà in pubblico a Pasqua”), continue dilazioni di notizie, silenzi assordanti a fronte del roboante sussurro dei media, specialmente dei social. Sappiamo com’è andata a finire. Kate si è ripresa e la modalità di comunicazione adottata, per così dire “in corsa”, alla fine non soltanto le ha giovato in termini di popolarità, ma ha reso meno opprimente il fastidio dei sudditi nei confronti di una famiglia macchiata da condotte private (l’ex principe Andrea) riprovevoli.


Riflettori su una svolta teorica


Dunque, ecco che Ciuni porta a tema tre ingredienti: il corpo della (futura) sovrana (qui più impattante di quello del sovrano, re Carlo III, pure colpito da neoplasia), il diritto alla privacy, la dialettica tra corpo simbolico e potere. Riguardo al primo problema, quello che è successo con Kate è stato una sorta di spallata alla concezione, ancorata al più glorioso Medioevo, di un corpo “politico”, accanto a quello fisico, sottratto all’ammaloramento dell’età o delle malattie, nel quale va cercata l’essenza stessa della potestà regale (Edmund Plowden, XVI secolo). Una teoria aggiornata e sviluppata in tempi recenti da Ernst Kantorowicz (I due corpi del Re. L’idea di legalità nella teologia politica medievale, Einaudi, 2012), che meriterebbe di essere riletta anche per il valore assegnato ai concetti di “dignitas” e di “humanitas”.

Dunque, cosa è successo, di così rilevante sul piano anche teorico con la malattia della principessa “commoner”, di origini borghesi?

“(Kate) aveva inaugurato la norma che anche la privacy della famiglia reale fosse rispettata. Un cambiamento incredibile – precisa Ciuni – se si pensa che Diana aveva messo in piazza qualsiasi fatto la riguardasse e abituato i giornali a sapere tutto di quello che accadeva tra le mura dei palazzi. Sua nuora, esigendo rispetto in cambio di trasparenza, aveva sconvolto e poi riscritto le regole del gioco (…) Ora c’erano dei limiti da rispettare”. Questa considerazione ci porta al secondo tema illuminato dalla prosa colta e sciolta di Luisa Ciuni, ovvero al rapporto tra “dignitas” e “privacy” nell’era dei social media.


Privacy e "frizione ontologica"


Qui entra in gioco il pensiero di Luciano Floridi, il filosofo italiano che ha coniato il termine Onlife (offline + online) per indicare l’ambiente misto, tra reale e digitale, in cui si muovono le nostre vite. Una ventina di anni fa Floridi, eminente studioso di Oxford e Yale, ha indicato nella privacy un valore morale. In particolare, la riservatezza nelle ICT (Information and Communication Technologies) crea quella “frizione” ontologica che frena la manipolazione del mondo fisico e, così facendo, favorisce uno spazio di libertà. Kate, in altre parole, ha messo in primo piano la “dignitas” e l’ “humanitas” sull’idea medievale del corpo trasparente del sovrano o della (futura) sovrana. Un cambiamento sottile, e tuttavia decisivo anche nello sviluppo della regalità al tempo dell’Infosfera, finemente intercettato da Luisa Ciuni, che ne fa risalire l’impatto sociale a pochi anni fa:

“Un cambiamento decisivo dal 2022, quando le condizioni di una moribonda Elisabetta erano state tenute nascoste – scrive – fino al giorno in cui la sua fotografia con la Premier incaricata Liz Truss (…) era stata pubblicata, rivelando tutta la fragilità dell’anziana sovrana, morta poi serenamente nel sonno pochi giorni dopo, senza che agli inglesi fosse mai stata detta una parola sincera sul suo stato di salute”. Allora, anche il profilo di Kate si guarda con lenti che guardano oltre le chiacchiere gossip. Va dato atto a Luisa Ciuni di averlo messo in chiara luce: “Non più solo una moglie e una madre un passo indietro a William, ma una donna pensante, piena di idee e di iniziative, che non sente in bisogno di urlare (…), ma di realizzarsi sì. A modo suo. Paziente ma determinata, un caterpillar”.


© Copyright Rekh Magazine



Chi è Luisa Ciuni


Giornalista e scrittrice, è palermitana ma vive da sempre a Milano, dove è stata redattore capo cultura e spettacoli al quotidiano Il Giorno. In precedenza, si è occupata di moda ed è stata inviata in tutto il mondo per seguire sfilate ed eventi per l'Agenzia Polipress del Gruppo Monrif. Ha scritto vari libri sui reali inglesi, tutti editi da Cairo, e ha presentato per due anni di seguito la serie tv The Royals in onda su Sky. Tiene un'apprezzata rubrica su FB dal titolo Royals what else. E' coautrice, con Marina Spadafora, di La rivoluzione comincia dal tuo armadio per Solferino e

, manuale universitario edito da Franco Angeli.

 
 
 

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