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The Two Faces of a Prejudice

There are two prevailing mindsets concerning the body, especially the feminine one. The first preaches the equality of bodies, the second goes straight to thin shapes and perfection: this is primarily courted by fashion and advertising. Something actually goes wrong. Yes, it does. But what? And why?



Di Anna Savini


In apparenza ci sono due correnti di pensiero. Una predica l'uguaglianza dei corpi, rivendica pari valori agli orientamenti sessuali, difende le differenze cercando di far credere le categorie deficitarie di bellezza o prive di perfezione siano anche meglio delle altre.

L'altra va dritta sulla vecchia strada ritenendo validi solo i magri, forti, belli e vicini alla perfezione, che di solito, guarda caso, sono anche ricchi perché vengono inseguiti, corteggiati, assunti dalla moda e dalla pubblicità perché ammirati dal pubblico disposto a pagare per vederli.

Il fatto che ci siano due correnti di pensiero, in realtà, è solo l'apparenza. Perché la corrente è sempre una sola. Anche se dicono che va di moda essere grassi, con i denti storti, la pelle macchiata, la barba su un corpo da donna, i tacchi sotto i piedi da uomo, i peli come le scimmie ostentati, di genere ambiguo, così ambiguo da non volersi più riconoscere in un lui o in una lei ma in qualcosa lasciato in sospeso, anche se dicono che va di moda essere malati, con una gamba sola, con la faccia sfigurata, deficit evidenti, la verità è un'altra.


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Il corpo è sempre terra di battaglia, di guerre, di odio, verso sé stessi e verso gli altri. Un po' come la storia delle donne, che vanno rispettate, che devono valere come gli uomini e nel frattempo vengono uccise come mosche mentre tutti si dipingono un occhio di rosso per manifestare solidarietà e soprattutto per farsi la foto su Instagram.

Il fatto che ci siano due correnti di pensiero, in realtà, è solo l'apparenza. Perché la corrente è sempre una sola. Anche se dicono che va di moda essere grassi, con i denti storti, la pelle macchiata, la verità è un'altra.

Un'ipocrisia talmente evidente che si manifesta ciclicamente non solo con gli stilisti che mandano in passerella due ragazze oversize in mezzo a un esercito di stangone cosi sottopeso da sembrare ombre ma anche nel pubblico che urla allo scandalo di continuo. E' come la storia dell'asino, i proprietari venivano criticati comunque lo usassero. Sia che si sedesse sopra il marito, la moglie, il figlio, tutti e tre insieme o nessuno, la gente aveva da ridire. Con i corpi è lo stesso. Con la differenza, però che le critiche più feroci non arrivano a chi dimagrisce troppo ma a chi è troppo grasso e ciononostante lavora in tv come se il grasso fosse un peccato mortale (per le donne visto che la tv di uomini grassi è piena). Il caso Vanessa Incontrada fa scuola.

Ma se una persona in grande sovrappeso, come la cantante Adele o Noemi dimagrisce, ha sempre un prezzo da pagare.

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Mentre se una magra naturale va in sottopeso come Giulia Salemi o Bella Hadid i commenti sono solo di ammirazione. Il corpo degli altri è terreno di guerra perché l'unica cosa che è cambiata dal film "Perfect" con John Travolta e Jamie Lee Curtis sono gli esercizi per restare in forma, o workout, come si dice adesso. Una serie mirata di piegamenti, flessioni, addominali, pesi, torsioni, sollevamento pesi, oscillazioni, per allenare ogni singolo muscolo in maniera da disegnare un corpo praticamente perfetto sotto ogni punto di vista. Il tutto seguendo un regime dietetico primitivo nel senso che, secondo i profili che promettono sederi a forma di pesca, è concesso mangiare praticamente niente a parte riso venere, petto di pollo scondito e insalata e grassi che arrivano solo da uova e avocado.

Se una persona in grande sovrappeso, come la cantante Adele o Noemi dimagrisce, ha sempre un prezzo da pagare.

Dove non arrivano i geni, la ginnastica, la dieta, arriva la chirurgia estetica di cui già raccontava anni fa la giornalista Cristina Sivieri Tagliabue nel suo libro Appena ho 18 anni mi rifaccio, in cui i figli gareggiavano in ritocchi con padri e madri.

Ora le sopracciglia tatuate, le faccette di ceramica ai denti, le protesi al seno, il sedere imbottito, la crioliposi per sciogliere il grasso, gli zigomi alzati, le punturine per la pelle, il botox, sono tutti trattamenti d'ordinanza come andare dal parrucchiere e dall'estetista. La bellezza è aiutata come la crescita dei bambini con gli omogenizzati e ci sono tecniche sempre meno invasive per alzare le palpebre e fare il lifting. In America persone normalissime tra i 40 e 70 anni scelgono di fare interventi in anestesia locale che non trasfigurano il viso ma regalano un aspetto più riposato dopo due mesi di bende e 20mila dollari di parcella.


Il corpo è sempre terra di battaglia, di guerre, di odio, verso se stessi e verso gli altri. Un po' come la storia delle donne.

Non c'è più solo una spinta erotica o sensuale come le donne che si rifacevano per assomigliare il più possibile a bambole acchiappauomini della serie La pupa e il secchione. E' qualcosa di più superficiale, come i filtri di Instagram che regalano a tutti un aspetto curato e truccato senza andare dal chirurgo. Ovvio che se uno si abitua a vedersi cosi poi non si riconosce più nelle rughe nelle pieghe che rimanda lo specchio.


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Sul sessuale sfociano invece i commenti degli uomini che si trovano le ragazze mezze nude si Instagram. Le donne urlano "copriti". Gli uomini urlano altro e le ragazze che pensano a Instagram come una sorta di bolla in cui non dovrebbero essere toccate si scontrano con la realtà in cui gli apprezzamenti pesanti, o il catcalling come va di moda dire adesso, non sono solo per strada.

E' sempre figlio della confusione di questi tempi, in cui la culture revenge e il mee too insistono per abbattere il passato quando il passato tanto è uguale al presente. Che senso ha far causa alla Paramount per aver girato scene di nudo come hanno fatto i protagonisti di Romeo e Giulietta ormai settantenni? Che senso ha denunciare il produttore di molestie dopo averle accettate, sopportate e nascoste quando la carriera e la notorietà ottenute in cambio sono al tramonto?

Che senso ha rimettere in discussione le parole di una canzone di un film culto come Grease, o le scene dei cartoni animati?

Il senso è nel far credere che esista la categoria iniziale, quella che dice che i bambini vanno rispettati mentre il mondo è pieno di infanzie violate come quella raccontata in Storia di France della scrittrice francese Joffrine Donnadieu.

Il libro ha vinto la Feuille d’Or 2019/Prix des médias de la Ville de Nancy.



Ma lo scandalo nasce solo quando Balenciaga, in una pubblicità, mette in mano a una piccola modella un orsetto vestito da bondage.

Sembra che tutto succeda solo per parlarne, non per risolvere. Come per la categoria Lgqr che in teoria difende gli omosessuali annoverandoli in una sola categoria. Se non fosse che è stata proprio una di loro, una ragazza trans a denunciare altre "sorelle" che la prendevano in giro perché, non potendo prendere gli ormoni, ha ancora il fisico e la voce maschili.

Quindi l'unica certezza è che il detto mens sana in corpore sano non va più di moda. Va di moda dimmi corpo devo fare a pezzi oggi mentre fingo di difendere gli altri e penso solo come averne uno più bello io. La Body neutrality di cui parla il New York Times è solo una della nuove espressioni di tendenza.

La tendenza è sempre la guerra del corpo.

Ed è solo all'inizio.

© Rekh Magazine



Anna Savini

Anna Savini, giornalista, ha un occhio particolare per le storie, la cronaca e l'attualità. Titolare di una rubrica di Bon ton insieme a Vera Fisogni, lavora al quotidiano La Provincia. Ha pubblicato per Mondadori, "Buone ragioni per restare in vita", opera celebrata per aver raccontato in maniera ironica le cure per una malattia che resta solo sullo sfondo, mentre l'amore e la moda sono i veri protagonisti. Ha lavorato al Giornale, vanta collaborazioni con Il Corriere della sera, Grazia, Vanity Fair, Rai 2, Radio 24, Italia Uno, Gioia, Di Più, Tess, Mag. Grande appassionata di cinema, moda e rapper che permeano il suo secondo libro "Sclera Ebbasta" ha pronta una saga che pubblicherà quando sarà il momento. Nel frattempo racconta quel che pensa della vita sul suo profilo Instragram annasaviniebbasta

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