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And the Winner Is... The Unexpected

Winners and losers from Cannes: the Palm d'Or has gone to "The zone of interest" directed by Jonathan Glazer, centered on Auschwitz commandant Rudolf Höss and his family as they set up a life next to the Auschwitz death camp. The movie was inspired by Martin Amis' novel (2014). Anna Savini explains why does not matter for a movie to win Cannes; as it happens in the Olympic Games, the most important thing is not to win, but to take part.


Dal set di "The zone of interest" di J. Glazer.


di Anna Savini

Scrittrice e giornalista, critico cinematografico per Rekh Magazine a Cannes


I festival del cinema non sono come le Olimpiadi. Non sempre vince il migliore. Soprattutto non sempre vince il film più eccitante, anzi di solito non è neppure in concorso. Nel caso della 76.a edizione del Festival di Cannes è andata esattamente così. "The zone of interest" di Jonathan Glazer ha vinto, ma non era esattamente il film più eccitante, uno dei più lenti forse, in linea comunque con "The triangle of sadness" che vinse lo scorso anno. In compenso "Monster" (quello della verità che cambia a seconda del momento) ha vinto come miglior sceneggiatura e se lo meritava tutto. Cambia qualcosa sapere chi ha vinto? Cambia per gli interessati, ovvio, ma lo spettatore sarà portato a vedere anche gli altri film perchè comunque come anticipazione fa figo anche "presentato al Festival di Cannes". Anche se, come per Berlino e Venezia, la fama che li precede potrebbe preoccupare un po', visto che sono quasi sempre film tristi. Anche per questo si vince, perché si è in linea con quel che cerca la giuria, con lo scopo per cui è nato il festiva. Valutano la novità, la modernità della visione, il modo diverso di raccontare la storia.


Se è brutto, basta fare come la tv, cambiare subito canale. Perchè un film brutto ti entra dentro e ti va di traverso. Ok, sono punti di vista, ma se il tuo punto di vista è che non ti piace, puoi anche saltare un film che ha vinto la Palma d'oro e passare a quello che non ha vinto niente, ma a te piace di più. E' il bello della cinema, non è come la vita, puoi scegliere e anche cambiare a metà strada. Più bello di cosi, si muore.

A Cannes non vince "Top Gun", a Cannes vince un film che era stato selezionato per poter vincere qui. Quindi sì, qui più ancora che per le Olimpiadi, l'importante è partecipare, l'importante è essere ammessi a questo Olimpo cinematografico, l'importante è far parte della storia del festival, calcare il tappeto rosso, ricevere gli applausi del pubblico in sala, prima e dopo la proiezione, avere qualcosa da raccontare ai propri nipoti, immagini da riguardare a casa, giornate e serate con cui nutrire la propria vanità e consolidare la fiducia nel proprio talento.

Perchè, per citare l'italiana Alice Roharwacher esclusa dai finalisti, 17 minuti di applausi sono 17 minuti di applausi. Alla fine di "La chimera" tutti urlavano il suo nome. E Isabella Rossellini, protagonista del film, l'ha paragonata a suo padre, a Fellini, a Visconti e a tutti i grandi registi italiani. Quindi il suo film ha già vinto anche senza Palma d'oro. Come "The asteroid city" di Wes Anderson che tutti andranno a vedere perchè è di Wes Anderson e dentro c'è Tom Hanks. O come "Il sol dell'avvenire" di Moretti e "Rapito" di Bellocchio che tutti andranno a vedere perchè sono di due italiani come lo scorso anno con "Le otto montagne". Che poi gli italiani non si ricordano i titoli, dicono "vado a vedere Moretti o Ficarra e Picone o Aldo Giovanni e Giacomo". Paga il regista o l'attore, non il titolo. A meno che non sia uno di quelli che passa per sempre nella storia, cosi tanto che poi gli italiani non si ricordano più il regista (vedi "Pretty Woman", "Dirty Dancing", "Ufficiale e gentiluomo", ecc). Per questo il festival non è solo chi ha vinto. È tutto quello che c'è stato intorno a questi undici giorni. Chi hai incontrato, di cosa hai parlato, che tempo c'era, cosa hai comprato, cosa hai mangiato, quanti caffè hai bevuto, chi hai visto, ti sono piaciuti i vestiti del carpet, hai fatto il bagno, hai fatto code, hai fatto amicizia, hai stretto alleanze per i prossimi progetti, sei già proiettato sul prossimo anno. Non è che se non hai vinto hai perso. Cannes è come il sassolino buttato nello stagno, come il fiume che si ingrossa, quando finisce iniziano ad arrivare i film per tutti, anche quelli che non seguono un festival dove ci sono proiezioni che vanno dalle 8.30 del mattino alle 23.45 di notte. E siccome quest'anno di film belli da vedere ce n'erano tanti, hanno vinto tutti quelli che amano il cinema e non dovranno passare un inverno attaccati alle series. Il cinema è vivo e lotta insieme a noi, a volte piange, spesso fa piangere di gioia, ma mantiene sempre le promesse. Se è bello ti porta sulla luna, o ti fa ridere o ti fa innamorare o ti fa dimenticare la realtà per due o tre ore. Se è brutto, basta fare come la tv, cambiare subito canale. Perchè un film brutto ti entra dentro e ti va di traverso. Ok, sono punti di vista, ma se il tuo punto di vista è che non ti piace, puoi anche saltare un film che ha vinto la Palma d'oro e passare a quello che non ha vinto niente, ma a te piace di più. E' il bello della cinema, non è come la vita, puoi scegliere e anche cambiare a metà strada. Più bello di cosi, si muore.


© Rekh Magazine


Narratrice, intellettuale. Di professione reporter


Anna Savini, giornalista, ha un occhio particolare per le storie, la cronaca e l'attualità. Titolare di una rubrica di Bon ton insieme a Vera Fisogni, lavora al quotidiano La Provincia. Ha pubblicato per Mondadori, "Buone ragioni per restare in vita", opera celebrata per aver raccontato in maniera ironica le cure per una malattia che resta solo sullo sfondo, mentre l'amore e la moda sono i veri protagonisti. Ha lavorato al Giornale, vanta collaborazioni con Il Corriere della sera, Grazia, Vanity Fair, Rai 2, Radio 24, Italia Uno, Gioia, Di Più, Tess, Mag. Grande appassionata di cinema, moda e rapper che permeano il suo secondo libro "Sclera Ebbasta" ha pronta una saga che pubblicherà quando sarà il momento. Nel frattempo racconta quel che pensa della vita sul suo profilo Instragram annasaviniebbasta.


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