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Into the Mud, a Broken Idol in Cannes

The portrait of a young Us generation makes scandal al the Festival, where the upcoming HBO serie "The Idol", directed by Sam Levinson, has been presented. Lili-Rose Depp performs the role of a troubled, former pop star who is in search for a place in the showbiz. Sex, drugs, and transgression are the ingredients of a story that depicts young people in terms so distant from the same generation that in Italy is struggling against mud and despair in Emilia Romagna.

Una scena di "The Idol" con Lili-Rose Depp e The Weekend



di Anna Savini


Scrittrice, giornalista e critico cinematografico di Rekh Magazine a Cannes


Ci sono giovani che spalano fango, giovani persi nell’oscurità delle loro menti e ragazzi per cui sesso, droga, alcol e perversione sono la normalità. I ragazzi di "The idol", la nuova serie di Hbo presentata in anteprima al Festival di Cannes, sono così. E non è che poteva essere altrimenti visto che la firma, Sam Levinson, è la stessa di "Euphoria" la serie Sky in cui Zendaya interpreta una tossica all'ultimo stadio amica di Jules, una ragazza, che poi è un ragazzo, che si innamora di chi capita compresa lei. Prima va con i compagni di classe, poi con i loro padri, dove il verbo andare non sta per rapporti platonici ma per incontri carnali al limite della violenza. Gli altri amici del gruppo spacciano, uccidono, si vendono su Only Fan a vecchi bavosi, si calano ecstasy, picchiano le fidanzate, picchiano i rivali delle fidanzate, frequentano chat erotiche. Non è che stanno eccedendo o trasgredendo, è la loro vita e basta. E non è che gli adulti sono da meno. In "The idol" è lo stesso, cambia la storia, ma non le abitudini.


Di sicuro tutti i ragazzi sanno che quando arrivi al successo non è come te lo aspettavi, per questo piuttosto che inseguire una carriera che facilmemente arriva e facilmente va, come quella della cantante di "The idol", preferiscono tenere i piedi per terra, anche quando sotto ci sono montagne di fango da spalare e il freddo ti entra negli stivali di gomma e nelle ossa insieme alla dignità e al valore di quel che stai facendo.

Orgia è la parola d’ordine fin dal trailer. "More orgy", dice la regista a Lili-Rose Deep, figlia di Johnny Deep e Vanessa Paradise, che nel film interpreta una cantante caduta nel dimenticatoio che tenta di risollevarsi seguendo le indicazione del manager The weekend, un famoso rapper americano conosciuto in Italia per essere stato fidanzato con Bella Hadid. Ovviamente le indicazioni sono spregiudicate, un po' da guru, un po' da santone e quel che succede dopo va di pari passo. Le prime due puntate, presentate in anteprima al Festival di Cannes sono state in linea con le anticipazioni e hanno raccolto cinque minuti di applausi. Quindi sono piaciute, ma i critici, che pure sono abituati a vedere di tutto, sono usciti un po' provati "dai liquidi seminali sulla faccia della protagonista", dalle immagini di revenge porn (le scene di sesso filmate e usate come ricatti) e in generale da quelle scene estreme che vanno di moda ora, ma che non sempre rendono il film memorabile come il Lupo di Wall Street dove pure non c'erano suore di mezzo, ma che era fatto bene. Mentre Blondie (serie che massacra Marilyn) e Babylon (film con Brad Pitt e Margot Robbie che prometteva tanto e ha mantenuto poco) erano pieni di liquidi seminali e cacca di elefante versati per niente, con il chiaro scopo di scioccare, che in realtà produceva solo una smorfia di disgusto e uno sbuffo per la lentezza del film. Ecco, in "Euphoria" e in "The idol" questo non succede perchè le storie sono lasciate bene in sospeso prima che il filo tracci il quadro completo. E questo è un pregio che poche series hanno, impegnate come sono ad allungare il brodo che potrebbe essere condensato in un solo film (fanno eccezione "Nine Perfect Strangers" e "La signora degli scacchi"). Il quadro di "The idol", seppur scandalistico, ha più a che fare con la depressione che con il sesso, con la frustrazione che con la felicità, con la rassegnazione più che con la ricerca dei propri ideali e quindi trasmette un certo distacco seppur misto a preoccupazione per le sorti della protagonista. Ovviamente bisogna guardare anche le altre puntate per capire e decidere se è una serie che vale come "Euphoria". Ora, i ragazzi impegnati a spalare fango in Emilia non stanno a fare tutti questi ragionamenti, perchè hanno un modo di vedere più elevato e questa è la loro normalità, guardare dove mettono i piedi loro, non dove camminano le star. Guardare cosa succede intorno, guardare, valutare e poi decidere di fare la cosa giusta. "Se non fossi andata ad aiutare i miei compagni - ha detto una di loro in un'intervista - non sarei più riuscita a dormire di notte". Il che è esattamente il bello dei ragazzi, non puoi inquadrarli perchè ognuno fa storia a sé, e anche quando hanno la stessa passione, lo stesso interesse, la stessa malattia o fanno lo stesso percorso o la stessa scuola o gli stessi viaggi non reagiscono tutti allo stesso modo. Basta guardare la differenza tra chi difende il pianeta protestando civilmente e chi lo rovina buttando inchiostro nelle fontane o salsa e vernice sulle opere d'arte. Di sicuro tutti i ragazzi sanno che quando arrivi al successo non è come te lo aspettavi, per questo piuttosto che inseguire una carriera che facilmemente arriva e facilmente va, come quella della cantante di "The idol", preferiscono tenere i piedi per terra, anche quando sotto ci sono montagne di fango da spalare e il freddo ti entra negli stivali di gomma e nelle ossa insieme alla dignità e al valore di quel che stai facendo. Per gli altri sei un angelo del fango, per te è la normalità. Come quelli di "Euphoria" e di "The idol", però al contrario.


© Rekh Magazine


Narratrice, intellettuale. Di professione reporter



Anna Savini, giornalista, ha un occhio particolare per le storie, la cronaca e l'attualità. Titolare di una rubrica di Bon ton insieme a Vera Fisogni, lavora al quotidiano La Provincia. Ha pubblicato per Mondadori, "Buone ragioni per restare in vita", opera celebrata per aver raccontato in maniera ironica le cure per una malattia che resta solo sullo sfondo, mentre l'amore e la moda sono i veri protagonisti. Ha lavorato al Giornale, vanta collaborazioni con Il Corriere della sera, Grazia, Vanity Fair, Rai 2, Radio 24, Italia Uno, Gioia, Di Più, Tess, Mag. Grande appassionata di cinema, moda e rapper che permeano il suo secondo libro "Sclera Ebbasta" ha pronta una saga che pubblicherà quando sarà il momento. Nel frattempo racconta quel che pensa della vita sul suo profilo Instragram annasaviniebbasta.

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