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Berkeley, A World Made of Ideas

For the Bishop of Cloyne, the Irish-born philosopher George Berkeley reality consists exclusively of minds and their ideas. His idealism is at the very heart of Professor Segalerba's lesson on the occasion of Rekh Magazine's Ontology Month. For Berkeley, we cannot conceive of mind-independent objects, here is a clear explanation of his main argument.


di Gianluigi Segalerba

Nel presente contesto, vorrei esporre alcune note concernenti le posizioni di George Berkeley, un pensatore che per me è sempre risultato affascinante. Lo scopo principale di Berkeley consiste nella confutazione della posizione secondo cui esistono entità indipendenti dalla mente che le percepisce. Inoltre, Berkeley rifiuta tutte le posizioni che perorano la legittimità di concetti come materia, o sostanza corporea, o sostanza materiale, o substrato materiale. Nessun oggetto che sia appreso dalla mente può possedere la caratteristica di essere indipendente dalla mente dato che qualsiasi oggetto appreso dalla mente non è, a ben vedere, nient'altro che le idee che il soggetto ha di questo oggetto. Un oggetto consiste nelle idee che il soggetto ha di esso: non vi è alcuna prova di un’esistenza dell’oggetto indipendente rispetto alle idee del soggetto. L’essere dell’oggetto è il suo essere percepito da un soggetto.


L'equivalenza tra cose sensibili e idee dimostra che non esiste un'esistenza indipendente di un mondo esterno al di fuori del soggetto. Poiché gli oggetti dei sensi sono equivalenti alle idee presenti nella mente e in realtà non sono altro che queste idee, un'esistenza del mondo esterno indipendente dalla mente equivarrebbe a una contraddizione, poiché significherebbe che entità come le idee, che, in quanto tali, sono oggetti di percezione, possono esistere senza essere percepiti. Nessuna entità indipendente dalla mente può essere ammessa in una corretta interpretazione della realtà.

Tutti gli oggetti del mondo esterno non sono altro che le idee che il soggetto ha nella propria mente: gli oggetti sono equivalenti alle idee presenti nella mente del soggetto; il soggetto non ha altro che le idee degli oggetti. All'interno della mente del soggetto, non c'è e non può esserci alcuna connessione tra le idee, da un lato, e gli oggetti che dovrebbero esistere indipendentemente, vale a dire, al di fuori della mente, dall'altro. Nella mente del soggetto in realtà non ci sono altro che idee.


Le cose o gli esseri sono, per Berkeley,


1) spiriti, che sono attivi ed hanno, quindi, lo status di sostanza,


2) idee, che sono esseri dipendenti, inattivi, non sussistenti di per sé, ma esistenti nelle menti.


Le idee corrispondono per Berkeley agli oggetti della mente: possono essere impresse nei sensi, o percepite come risultato delle passioni e delle operazioni della mente, o formarsi attraverso la memoria e l'immaginazione. Le entità sono, a ben vedere, le idee che il soggetto ha. Il soggetto non ha, infatti, alcun contatto con entità diverse dalle proprie idee: le entità della realtà non sono altro che le entità mentali del soggetto. Il soggetto non ha altro che idee

Berkeley afferma chiaramente di usare la parola “idea” per gli oggetti dei sensi, poiché usare “cosa” per i dati sensoriali potrebbe dare l'impressione che i dati sensoriali siano collegati a entità indipendenti dalla mente. La scelta della parola “idea” è quindi in quanto tale funzionale allo scopo di Berkeley di mostrare che i dati sensoriali non corrispondono ad oggetti indipendenti dalla mente.

Poiché il soggetto ha solo idee, e le idee sono contenuti del pensiero, il soggetto non può dire che esista una dimensione di entità esterne indipendente dal soggetto che percepisce queste entità. Poiché il soggetto ha esclusivamente idee nella propria mente e, quindi, non ha alcun legame con altro che le sue idee, non c'è modo di dimostrare che esista qualcosa che esiste indipendentemente dalle idee, a cui le idee si riferiscono, come se fossero solo rappresentazioni di entità che esistono indipendentemente.

L'equivalenza tra cose sensibili e idee dimostra che non esiste un'esistenza indipendente di un mondo esterno al di fuori del soggetto. Poiché gli oggetti dei sensi sono equivalenti alle idee presenti nella mente e in realtà non sono altro che queste idee, un'esistenza del mondo esterno indipendente dalla mente equivarrebbe a una contraddizione, poiché significherebbe che entità come le idee, che, in quanto tali, sono oggetti di percezione, possono esistere senza essere percepiti. Nessuna entità indipendente dalla mente può essere ammessa in una corretta interpretazione della realtà.



© Rekh Magazine


Filosofo e specialista di Aristotele

Gianluigi Segalerba è nato a Genova il 24 giugno 1967. Si è laureato in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1991 e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1998. È stato visiting scholar presso le Università di Tubinga, di Berna, di Vienna. Ha insegnato all'Istituto di Filosofia dell'Università di Vienna. La sua prima pubblicazione è stata “Note su Ousia” (Pisa 2001). È stato poi coeditore del volume “Substantia Sic et Non” (Francoforte sul Meno 2008), ed è autore del libro “Semantik und Ontologie: Drei Studien zu Aristoteles” (Berna 2013). Attualmente vive e lavora a Vienna.

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