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Welcome to the World of Ideas

In his first lesson for Rekh Magazine, Professor Gianluigi Segalerba from Wien explores a main aspect of Plato's philosophy: the doctrine of the Ideas. The question that arises from Segalerba's paper, from the very beginning, is about the function that these immaterial contents of thought perform in the human experience. Through a plain, scholarly discourse, professor Segalerba brilliantly talks to everybody, reaching the conclusion that ideas, in Plato's philosophy, play at least a twofold role: they are the uniform cause of a specific property in a multiplicity of entities; secondarily ideas address the individual to be aware of the existence of a kind of reality that is different from the material one. The related video has been available on IG and FB.


La lampadina rinvia all'idea (Unsplash)



di Gianluigi Segalerba


Vorrei soffermarmi, in questa breve esposizione, sull’influenza che la conoscenza delle idee provoca negli individui. La conoscenza delle idee comporta una completa trasformazione degli individui. Nel Fedone le idee rappresentano la radice della crescita intellettuale degli individui. L’esistenza delle idee è, nel Fedone, funzionale alla dimostrazione dell’immortalità dell’anima: l’esistenza delle idee dimostra che la dimensione sensibile nella quale l’individuo si trova immerso non corrisponde a tutta la realtà.

Le idee, nel loro complesso, costituiscono una dimensione almeno parzialmente alternativa rispetto alla dimensione della realtà sensibile: appartengono ad una dimensione diversa dalla dimensione della realtà sensibile. Per quanto riguarda gli effetti concernenti il soggetto, il contatto con la dimensione delle idee rappresenta per il soggetto il contatto con una nuova dimensione della realtà e l’apertura di una nuova dimensione della realtà. Attraverso il contatto con le idee, il soggetto diviene consapevole dell’esistenza di una dimensione diversa da quella sensibile.

La connessione tra idee e conoscenza e la funzione che le idee hanno nell’ambito della conoscenza non vanno, naturalmente, dimenticate. Le idee rappresentano la radice della conoscenza. Tuttavia, le idee non rappresentano soltanto le entità per la conoscenza teoretica; le idee rappresentano la porta verso una dimensione ulteriore della realtà. Si potrebbe dire che conoscenza è sia conoscenza dei contenuti delle idee (la conoscenza dell’idea dell’uguale è conoscenza della proprietà “uguale”) sia conoscenza dell’esistenza di una dimensione differente rispetto alla dimensione puramente sensibile. In altri termini, la conoscenza è conoscenza delle idee, e, attraverso le idee, è conoscenza di una dimensione trascendente rispetto alla realtà sensibile. L’opposizione descritta da Platone nel Fedone circa la dimensione del visibile e la dimensione dell’invisibile, nonché l’analisi della posizione dell’anima in relazione alle due dimensioni, testimoniano l’intenzione platonica di mostrare che la realtà non si esaurisce nel mondo visibile.

Tuttavia, le idee non rappresentano soltanto le entità per la conoscenza teoretica; le idee rappresentano la porta verso una dimensione ulteriore della realtà.

L’individuo è chiamato a prendere coscienza dell’esistenza delle due dimensioni. La condizione iniziale dell’individuo, la condizione dell’individuo che non è o non è ancora consapevole l’esistenza delle idee, è una condizione completamente differente dalla condizione propria dell’individuo che comincia ad avere consapevolezza dell’esistenza delle idee. Il contatto con le idee cambia il soggetto nel senso che mostra al soggetto l’esistenza di un’altra dimensione.

La conoscenza delle idee come conoscenza dell’uniformità della causa in virtù della quale una pluralità possiede una determinata proprietà – la pluralità degli oggetti belli è bella per il bello in sé, la pluralità degli oggetti uguali è uguale in virtù dell’uguale in sé – non esaurisce pertanto, almeno a mio giudizio, il ragionamento platonico. L’uniformità delle cause in virtù delle quali determinate pluralità di entità possiedono una determinata proprietà è fondamentale onde eliminare qualunque ipotesi ispirata al relativismo nelle cause – uno degli avversari che Platone vuole contrastare attraverso la propria manovra è proprio il relativismo preso in sé e per sé –. Tuttavia, il riconoscimento dell’esistenza delle idee porta al riconoscimento dell’esistenza di un’altra dimensione: il soggetto, attraverso il contatto con le idee, comincia a comprendere come non tutto sia riconducibile e riducibile alla dimensione sensibile. Si tratta, pertanto, dell’inizio di un cambiamento completo nell’individuo.

L’immagine della caverna suggerisce una situazione analoga: l’individuo, attraverso un percorso mentale non semplice – anzi, assai arduo – arriva alla consapevolezza della complessità del mondo reale. Non si tratta soltanto di un cambiamento di stati di conoscenza: si tratta di un cambiamento di stati di coscienza, di orientamento nella realtà, di giudizio sulla realtà e di prospettive sulla realtà. Il soggetto cambia e non sarà mai più lo stesso. Il soggetto che è consapevole dell’esistenza di una dimensione ulteriore rispetto alla dimensione sensibile è cambiato completamente rispetto al soggetto che era privo di tale consapevolezza. Si tratta, pertanto, di un cambiamento globale nell’individuo.

Il riconoscimento dell’esistenza delle idee porta al riconoscimento dell’esistenza di un’altra dimensione: il soggetto, attraverso il contatto con le idee, comincia a comprendere come non tutto sia riconducibile e riducibile alla dimensione sensibile. Si tratta, pertanto, dell’inizio di un cambiamento completo nell’individuo.

La conoscenza dell’esistenza delle idee comporta una pluralità di aspetti:

i) È la conoscenza che le idee sono la causa grazie alla quale un ente o una pluralità di enti possiedono una proprietà.

ii) È la conoscenza e la consapevolezza che le idee appartengono a una dimensione diversa da quella percepibile attraverso i sensi. Esiste una dimensione ulteriore oltre la dimensione che viene vissuta ed esperita dal soggetto attraverso i sensi.

iii) È la conoscenza delle capacità che l’anima ha già in sé prima di avere contatti effettivi con la dimensione sensibile: l’anima, in quanto tale, non è un contenitore vuoto. Al contrario, l’anima dispone già di un sistema di idee come uguale, bello, e così via, prima ancora dell’inizio della propria esperienza sensibile. Almeno inconsapevolmente, l’individuo vive sempre in una dimensione che non è riducibile a quella sensibile. Le idee guidano l’attività mentale e sensoriale dell’individuo. La conoscenza delle idee rappresenta, pertanto, anche una forma di autoconoscenza dell’individuo.

Le idee svolgono, quindi, almeno una doppia funzione:


a) sono causa uniforme della presenza di una proprietà in una pluralità di enti;

b) conducono l’individuo alla consapevolezza dell’esistenza di una dimensione diversa da quella sensibile.

Illustrazione del termine Idea, in inglese (Freepik)


Le idee conducono il soggetto alla conoscenza dell’uniformità della causa in virtù della quale una pluralità possiede una proprietà. Di conseguenza, l’esistenza stessa delle idee elimina l’ipotesi di una pluralità di cause esplicative per la spiegazione del possesso di una proprietà. Tuttavia, la conoscenza ottenuta attraverso le idee comporta non solo la conoscenza dell’uniformità della virtù della quale una pluralità di entità possiede una determina proprietà. Questa conoscenza costituisce la via verso una dimensione trascendente rispetto alla dimensione sensibile. La conoscenza delle idee conduce il soggetto al riconoscimento dell’esistenza della dimensione trascendente.


Questo aspetto ha effetti precisi sul soggetto: il soggetto che è consapevole dell’esistenza delle idee è un soggetto che, almeno per quanto riguarda il suo essere connesso alle idee, è assoluto. Attraverso la consapevolezza dell’esistenza delle idee e attraverso la conoscenza delle idee, l’individuo acquisisce uno sguardo sulla realtà che non dipende dalla relatività della dimensione sensibile.

Per il soggetto avere idee innate significa essere libero dalla relatività delle entità sensibili e dalla relatività propria di tutta la dimensione sensibile. Le entità della dimensione sensibile sono entità relative: esistono in una dimensione di relatività. Al contrario, le idee non sono relative al contesto in cui si trovino: non sembreranno mai qualcosa di diverso da ciò che sono in quanto tali (l’idea di uguale non sembrerà mai disuguale). Le concretizzazioni sensibili di una proprietà sono relative in quanto sono sempre relative al contesto in cui si trovano: ad esempio, gli uguali sensibili possono essere uguali a qualcosa ed essere non uguali a qualcos’altro. L’idea di uguale è assoluta poiché non può essere diversa da ciò che è.

Le concretizzazioni sensibili di un’idea, in generale, e dell’uguale, in particolare, non sono la proprietà in quanto tale, mentre ogni idea è la proprietà in quanto tale – cioè è la proprietà stessa – e non è altro che la proprietà – l’idea di uguale, per esempio, è uguale e nient’altro –. Le concretizzazioni sensibili risentono della relatività della dimensione sensibile; le idee, al contrario, sono libere da questa relatività.

Questo aspetto ha effetti precisi sul soggetto: il soggetto che è consapevole dell’esistenza delle idee è un soggetto che, almeno per quanto riguarda il suo essere connesso alle idee, è assoluto. Attraverso la consapevolezza dell’esistenza delle idee e attraverso la conoscenza delle idee, l’individuo acquisisce uno sguardo sulla realtà che non dipende dalla relatività della dimensione sensibile.

L’individuo che prende coscienza dell’esistenza delle idee avrà con il mondo un rapporto diverso da quello che ha un soggetto non consapevole dell’esistenza delle idee: l’individuo che conosce le idee non dipende dalla dimensione della sensibilità (almeno non ne è del tutto dipendente). Non è imprigionato nella dimensione dei dati sensoriali. Così, la condizione dell’individuo cambia completamente dopo la presa di coscienza dell’esistenza delle idee da parte dell’individuo.

Le idee esistono indipendentemente dal soggetto pensante. La dimensione delle idee rivela ai soggetti che riescono a giungere alla conoscenza delle idee, l’esistenza di una dimensione diversa e – almeno in una certa misura – alternativa alla dimensione abituale della vita. La conoscenza delle idee e della dimensione delle idee rappresenta, tra l’altro, la consapevolezza che la realtà non consiste solo nell’esperienza sensibile e delle entità connesse all’esperienza sensibile: conoscere le idee è conoscere una realtà diversa dalla realtà dei sensi. La conoscenza delle idee rappresenta una conoscenza immediata di una dimensione che trascende la vita sensibile.

Il contatto con la dimensione delle idee in Platone non riguarda solo la dimensione conoscitiva, teorica, degli individui; riguarda, certo, anche questa dimensione, ma comporta, anzitutto, la conoscenza di una realtà e di una dimensione di vita alternativa alla dimensione comune della realtà, alternativa, in altri termini, alla dimensione sensibile. L’anima acquisisce, attraverso il contatto con le idee e attraverso tutta la propria esperienza all’interno della dimensione delle idee, la consapevolezza dell’esistenza di una dimensione diversa da quella in cui l’individuo vive la propria vita sensibile. Ciò determina, nel soggetto, un completo cambiamento di visione per quanto concerne la propria condizione di vita e la costituzione dell’intera realtà.

L’individuo che è giunto alla consapevolezza dell’esistenza delle idee e alla consapevolezza dell’esistenza della dimensione trascendente connessa alle idee non è più la stessa persona che non aveva ancora raggiunto questa consapevolezza: il contatto con il trascendente rappresenta un cambiamento completo degli individui. La conoscenza dell’esistenza delle idee si rivela, pertanto, come una conoscenza trasformativa dell’individuo.


© Rekh Magazine


Filosofo e specialista di Aristotele

Gianluigi Segalerba è nato a Genova il 24 giugno 1967. Si è laureato in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1991 e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filosofia presso l'Università di Pisa nel 1998. È stato visiting scholar presso le Università di Tubinga, di Berna, di Vienna. Ha insegnato all'Istituto di Filosofia dell'Università di Vienna. La sua prima pubblicazione è stata “Note su Ousia” (Pisa 2001). È stato poi coeditore del volume “Substantia Sic et Non” (Francoforte sul Meno 2008), ed è autore del libro “Semantik und Ontologie: Drei Studien zu Aristoteles” (Berna

2013). Attualmente vive e lavora a Vienna.


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